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Guerra in Ucraina

Crisi Russia-Ucraina, Von der Leyen: “Il ritiro delle truppe non è cominciato, da Mosca solo parole”

La presidente della Commissione europea dura contro la Russia in Parlamento: “Non ci sono stati ancora segnali chiari di ritiro, Mosca passi ai fatti perché non possiamo tollerare questa strategia”. E Charles Michel rilancia: “In caso di aggressione russa contro l’Ucraina la risposta europea sarà severa”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Unione europea c'è e si vuole far sentire. La presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, e il presidente del Consiglio, Charles Michel, sono intervenuti questa mattina in plenaria al Parlamento Ue per parlare della crisi tra Russia e Ucraina: "Credo che la diplomazia non abbia finito il suo lavoro, ma ora dobbiamo vedere i fatti oltre alla parole – ha detto Von der Leyen a Strasburgo – La Nato non ha ancora visto segnali chiari di ritiro". E ha sottolineato: "L'Ucraina è un Paese sovrano, che fa le sue scelte per il futuro, ma il Cremlino non l'apprezza e allora minaccia la guerra. E questa è una strategia che noi non possiamo accettare". La presidente della Commissione Ue ha lodato quanto fatto negli ultimi anni a Kiev: "Negli ultimi sette anni l'Ucraina ha subito le conseguenze dalla politica del Cremlino ma, allo stesso tempo, ha lottato contro la corruzione, ha creato posti di lavoro per i giovani di talento, anche con il nostro sostegno". Certo ci sono ancora molti problemi, ma "oggi è un Paese più libero, più forte e più sovrano ed è per questo che il Cremlino la minaccia". Ma "noi siamo al fianco degli ucraini".

Alla plenaria è intervenuto anche il presidente Michel: "Nel 2014 l'Ucraina ha scelto lo stato diritto e la democrazia liberale – ha ricordato – l'Ue ha sostenuto questa scelta, e l'Ue non abbandonerà mai il popolo ucraino". Il Consiglio europeo a dicembre "ha fissato un quadro politico chiaro, se ci sarà un'aggressione da parte della Russia la risposta dell'Unione europea sarà severa e le conseguenze massicce". Michel, però, ha voluto mettere tutti in guardia: "Dobbiamo essere chiari tra noi, perché le conseguenze di questa decisione per l'Ue saranno pesanti, ma dobbiamo assumerci questa responsabilità". E a sua volta ha criticato le mosse del Cremlino: "Negli ultimi due giorni la Russia ha segnalato di essere aperta alla diplomazia, ma sollecito Mosca ad adottare misure rapide per la de-escalation, non possiamo parlare di diplomazia mentre l'altro ammassa le truppe al confine".

Von der Leyen ha rassicurato i cittadini europei rispetto alla conseguenza che preoccupa di più in caso di guerra – oltre, ovviamente, alla guerra stessa – ovvero la crisi energetica: "Abbiamo svolto un'analisi approfondita di cosa succederebbe se la Russia scegliesse di usare l'energia come leva di pressione – ha spiegato la commissaria Ue – e posso dire che per questo inverno siamo al sicuro". Con gli Stati membri "abbiamo messo a punto misure di emergenza che possiamo mettere in campo se si arriva a una crisi totale – ha aggiunto – ma dobbiamo anche investire per liberarci dalla dipendenza dalla Russia per il gas". L'Unione europea deve investire sulle rinnovabili, ha ricordato, sia per il clima sia perché "ci rende indipendenti".

Poi la presidente della Commissione Ue ha lanciato un messaggio chiaro, diretto a Mosca: "Possiamo colpire gli interessi strategici differenziando la nostra economia, noi siamo leader nel mondo di componenti high-tech, per cui la Russia dipende completamente da noi, le nostre sanzioni possono davvero lasciare il segno e il Cremlino lo sa bene". Poi ha ribadito: "La reazione dell'Europa – in caso di aggressione russa – sarà robusta e forte, la Commissione ha lavorato a un pacchetto di sanzioni, che andranno ben oltre il semplice congelamento dei beni e i blocco di alcuni viaggi".

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