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Guerra in Ucraina

Crisi Russia-Ucraina, Usa chiedono evacuazione del personale non essenziale dell’ambasciata a Kiev

Gli Usa hanno chiesto alle famiglie dei diplomatici e al personale non essenziale dell’ambasciata statunitense in Ucraina il rientro il patria. Secondo il Dipartimento di Stato non si tratta di un’evacuazione ma di una “misura presa per cautela”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ucraina, militari scavano trincea nei pressi del confine con la Russia
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Gli Stati Uniti hanno ordinato al personale non essenziale e alle famiglie dei diplomatici dell'ambasciata in Ucraina di lasciare il Paese. La richiesta è arrivata a causa dei crescenti timori per un'invasione russa nel Paese. Il dipartimento di Stato ha chiesto anche ai dipendenti dell'ambasciata di Kiev di pensare a un trasferimento.

Nonostante tutto, però, i funzionari statunitensi hanno dichiarato che la sede resterà aperta e che l'annuncio "non costituisce un ordine di evacuazione". La richiesta fa riflettere, soprattutto alla luce delle ultime dichiarazioni di Joe Biden sulla crisi tra Russia e Ucraina. Prima di correggere il tiro, il Presidente americano si era dichiarato "disponibile a valutare piccole incursioni da parte di Putin".

Le parole del presidente erano state accolte con freddezza da Kiev, che le aveva considerate un invito all'azione violenta per la Russia. Il tutto era arrivato dopo un attacco hacker che aveva messo fuori uso i sistemi elettrici e informatici del Paese per diversi giorni. Il governo aveva puntato il dito contro Mosca, accusandola di voler destabilizzare la popolazione per scatenare rivolte interne.

Secondo le autorità statunitensi, la richiesta di abbandonare il Paese non è un segno dell'allentamento del sostegno all'Ucraina. Alla richiesta degli Stati Uniti ha fatto seguito quella della Gran Bretagna, che pure ha ritirato parte del personale della sua ambasciata a Kiev.

L'Alto rappresentante europeo Joseph Borrell ha invece dichiarato che non esistono motivi per ritirare il personale Ue dall'Ucraina. "Quella appena attuata è solo un'operazione di cautela – hanno spiegato dall'ambasciata americana -. Potremmo non essere in grado di evacuare i nostri cittadini in caso di emergenza". L'invito a tutti i gli americani presenti sul suolo nazionale è dunque quello di programmare un rientro di conseguenza. 

La Russia non ha mai allentato la pressione delle sue forze armate sul confine con l'Ucraina, neppure dopo i colloqui di venerdì tra il segretario di Stato Antony Blinken e il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov a Ginevra. L'Ucraina ha inoltre preso molto seriamente le accuse lanciate dalla Gran Bretagna nei confronti di Yevhen Murayev, ex parlamentare e detentore di una rete televisiva filo-russa. Murayev sarebbe al centro di un complotto ordito da Mosca per conquistare il Paese e insediare un governo fantoccio pro Putin.

Nonostante le accuse, l'ex parlamentare ha negato di essere coinvolto in complotti. All'Observer ha inoltre spiegato di essere lui stesso interdetto dall'ingresso in Russia. "Non sarebbe molto logico" ha affermato a proposito. L'allarme farebbe seguito a una valutazione dell'intelligence britannica. Nel frattempo, sul confine continuano ad arrivare carri armati e artiglieria secondo quanto riportato dal The Guardian.

La situazione resta imprevedibile secondo le autorità internazionali. Il Dipartimento di Stato americano ha definito la tensione tra Ucraina e Russia una "potenziale polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento". L'allerta per i viaggiatori che dagli Usa si spostano in Ucraina emessa già per la pandemia di Covid-19 è stata ulteriormente rafforzata alla luce della crisi con Mosca.

I turisti sono stati invitati a non partire per Kiev a causa delle "crescenti minacce militari da parte della Russia".  Anche gli avvisi di viaggio per Mosca sono stati modificati. L'invito è quello di riprogrammare o annullare i viaggi verso la patria di Putin per evitare problemi relativi a tensioni tra forze armate.

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