Crisi migranti, la Polonia costruirà un muro al confine con la Bielorussia: “Inizieremo a dicembre”
Continua a salire la tensione tra Polonia e Bielorussia. Il governo di Varsavia ha infatti annunciato oggi che inizierà a costruire un muro al confine proprio con la Bielorussia a dicembre nel pieno della crisi dei migranti con Minsk. Già negli scorsi giorni, il ministro degli Interni polacco Mariusz Kaminsky aveva dichiarato che la struttura sorgerà entro la metà del 2022: "Sarà lunga 180 chilometri, alta 5,5 metri e verranno utilizzate le soluzioni più moderne". Oggi è arrivata l'ufficialità. "Si tratta di un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini", ha sottolineato Kaminski.
I lavori per il muro cominceranno entro la fine del 2021
I contratti saranno firmati entro il 15 dicembre e i lavori sul confine inizieranno nel corso del mese, andando avanti 24 ore al giorno su tre turni per finire il prima possibile. La barriera ha un costo stimato di 353 milioni di euro e si prevede che si estenderà per 180 chilometri, circa la metà della lunghezza totale del confine tra Polonia e Bielorussia. Il mese scorso il Parlamento aveva dato il suo via libera alla costruzione della barriera.
Le sanzioni dell'Ue contro Minsk
Anche l'Unione europea ha preso posizione rispetto alla crisi tra Polonia e Bielorussia, estendendo il quadro delle sanzioni contro Minsk "per poter rispondere alla strumentalizzazione dei migranti dal regime bielorusso a fini politici. Stiamo respingendo questa pratica disumana e illegale", come ha spiegato Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. L'Ue potrà ora colpire individui ed entità che organizzano o contribuiscono ad attività del regime di Lukashenko che facilitano l'attraversamento illegale delle frontiere esterne dell'Ue. Da settimane, infatti, Bruxelles sta cercando di limitare il flusso di migranti e richiedenti asilo in arrivo dalla Bielorussia, che era stato aperto e incoraggiato dal regime di Lukashenko, che ha accolto a sua volta migliaia di migranti per poi spingerli verso i confini di Polonia e Lituania, nel tentativo di mettere in difficoltà l’Ue.
Oggi telefonata tra Lukashenko e Merkel
Intanto, sempre oggi lo stesso presidente bielorusso ha sentito al telefono la cancelliera tedesca Angela Merkel: una conversazione di un'ora nella quale si è affrontato "la difficile situazione alla frontiera fra Bielorussia e Unione europea e la necessità di aiuti umanitari per i rifugiati e i migranti che si trovano sul posto", si legge in una nota del portavoce tedesco Steffen Seibert. I due avrebbero discusso di come evitare un'escalation della situazione. Sulla questione è intervenuta anche Mosca, che si sarebbe proposta come mediatrice, ordinando a Lukashenko di non interrompere il flusso di gas verso l'Europa, come aveva minacciato nei giorni scorsi. Infine, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ha commentato così la crisi tra Polonia e Bielorussia: "Condanniamo la strumentalizzazione da parte del regime di Lukashenko dei migranti vulnerabili, inclusi i bambini, con azioni ibride contro gli alleati. Non c'è nessuna minaccia imminente di un attacco a nessun Paese membro della Nato. Vediamo una situazione molto difficile".