video suggerito
video suggerito

Crisi in Sudan, infranta la tregua: attacchi aerei e combattimenti a Khartoum

Il cessate il fuoco dichiarato giovedì sera è stato infranto e sono quindi ripresi i combattimenti soprattutto nella capitale, Khartoum.
A cura di Davide Falcioni
127 CONDIVISIONI
Immagine

Il cessate il fuoco di 72 ore dichiarato giovedì in Sudan per permettere alla popolazione civile e ai cittadini stranieri di mettersi in salvo è stato infranto: a Khartoum, capitale del Paese, nelle scorse ore sono ripresi i combattimenti: l'esercito ha riferito di aver attaccato la città da tutte le direzioni con aviazione e artiglieria pesante per stanare i rivali paramilitari (Rsf).

Milioni di persone sono rimaste intrappolate nella capitale sudanese, dove ormai il cibo scarseggia e i rifornimenti sono ostacolati dai combattimenti nelle strade. Il bilancio è di 500 morti accertati e migliaia di feriti, ma i numeri reali potrebbero essere significativamente più alti.

Nelle strade di Khartoum, dove il 15 aprile è iniziato il conflitto, gli scontri sono ripresi. Aerei da guerra dell'esercito sono stati visti sorvolare la capitale e le vicine città di Omdurman e Khartom Bahri. Le Rsf hanno riferito che la loro base militare nell'area di Salha è stata presa di mira dai bombardamenti e di aver risposto all'attacco. A nord di Khartum è stata schierata la Forza di riserva della polizia. Le Forze di supporto rapido hanno messo in guardia i vertici della polizia dal combattere al fianco delle Forze armate. Nel frattempo sui social è stato diffuso un video che mostra la sede della Banca centrale del Sudan a Khartoum in fiamme.

Immagine

Mohamed Hamdan Dagalo: "Non vogliamo distruggere il Sudan"

In un'intervista alla Bbc il generale Mohamed Hamdan Dagalo, capo dei paramilitari della Forze di supporto rapido (Rsf), ha parlato della situazione nel Paese addossando le colpe di quanto sta accadendo al suo rivale, il capo dell'esercito Abdel Fattah al-Burhan: "Non vogliamo distruggere il Sudan", ha detto, dichiarando  di essere aperto ai colloqui, ma a patto che il cessate il fuoco regga. "Dopodiché potremo negoziare", ha dichiarato. Il capo dei paramilitari ha detto di considerare Burhan "un traditore" per aver portato al governo i fedeli all'ex presidente Omar al-Bashir, che era stato estromesso dal potere dall'esercito e dai paramilitari insieme nel 2019 dopo le proteste di piazza di massa. "Purtroppo Burhan è guidato dai leader del Fronte islamico radicale", ha concluso Hemedti.

Il sindacato dei medici: "Il 70% degli ospedali non è più funzionante"

In questo quadro il Sindacato dei medici sudanesi ha fatto sapere che 70 per cento degli ospedali del  Paese non è più funzionante, in seguito all'instabilità creatasi dopo gli scontri scoppiati nel Paese lo scorso 15 aprile. In particolare almeno 34 ospedali non sono  più operativi. Nel dettaglio, 15 ospedali sono stati bombardati e  altri 19 sono stati costretti a evacuare per le violenze in corso. Nella capitale Khartoum, 61 degli 86 centri di primo soccorso non stanno funzionando e 25 operano solo parzialmente. Quelli che restano  aperti "corrono il rischio di chiudere per carenza di personale medico, forniture mediche, acqua ed elettricità".

127 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views