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Crisi in Libia, gli Usa inviano forza di intervento rapido in Sicilia

Il Pentagono ha inviato cinquecento marines della forza di intervento rapido nella base di Sigonella in Sicilia con il compito di agire rapidamente nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico e agli americani presenti in Libia.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la caduta di Gheddafi la Libia sta diventando di mese in mese sempre più teatro di una serie di attacchi terroristici spesso contro sedi diplomatiche occidentali o comunque personale straniero sul posto. Per questo motivo il Pentagono ha deciso di correre ai ripari inviando nella base di Sigonella in Sicilia una forza di intervento rapido pronta ad intervenire nel Paese africano nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico e agli americani presenti in Libia. Dopo la morte dell'ambasciatore statunitense Chris Stevens a Bengasi, diversi movimenti di terroristi al confine tra Algeria e Tunisia e svariati attacchi contro le sedi diplomatiche, l'attenzione dell'amministrazione Obama sulla Libia è diventata massima.  Il governo americano ha allertato così la forza di intervento rapida dispiegando cinquecento marines altamente specializzati in Sicilia. Il contingente militare che era già dispiegato nella base di Moron in Spagna dispone dei velivoli a decollo verticale Mv 22 Osprey, dei C 130 da trasporto e rifornimento e delle cannoniere volanti Spectre. Nelle intenzioni del Pentagono l’unità di intervento deve essere in grado di intervenire rapidamente in Libia nel caso di attacco ad un’ambasciata Usa o a siti strategici ma posso colpire anche in Algeria e Tunisia per contrastare attività terroristiche dei gruppi jihadisti

 

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