Crisi da Covid, ma solo per i poveri: durante il lockdown miliardari diventati ancora più ricchi
L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus sta avendo conseguenze pesantissime sull’economia di molti Paesi. Guardando solo agli Stati Uniti, la scorsa settimana sono state presentate altre 1.88 milioni di richieste di sussidi di disoccupazione, dopo i 2.1 milioni della settimana precedente. Ma chi sembra non aver avuto problemi con la pandemia, almeno dal punto di vista economico, sono i miliardari americani. Miliardari che durante la pandemia sono riusciti a incrementare i loro guadagni di ben 565 miliardi di dollari. Secondo un rapporto dell’Institute for Policy Studies, durante le 11 settimane di blocco a partire dal 18 marzo, la ricchezza dei "Paperoni d’America" è appunto aumentata di oltre 565 miliardi di dollari. Il miliardario che ha guadagnato ancor più in questi mesi è stato Jeff Bezos, fondatore di Amazon: la sua ricchezza è aumentata di 36,2 miliardi di dollari. Il papà di Facebook Mark Zuckerberg è stato il secondo maggiore beneficiario, aumentando il suo patrimonio netto di 30,1 miliardi di dollari. Bill Gates, che intanto ha promesso milioni di dollari per finanziare il vaccino anti-Covid, ha visto aumentare il suo patrimonio di 11,8 miliardi di dollari.
Di seguito una classifica dei miliardari americani e i loro guadagni durante il lockdown:
Jeff Bezos + 36,2 miliardi
Mark Zuckerberg + 30,1 miliardi
Elon Musk + 14,1 miliardi
Sergey Brin +13,9 miliardi
Pagina Larry + 13,7 miliardi
Steve Ballmer + 13,3 miliardi
MacKenzie Bezos + 12,6 miliardi
Michael Bloomberg + 12,1 miliardi
Bill Gates + 11,8 miliardi
Phil Knight + 11,6 miliardi
Larry Ellison + 8,5 miliardi
Warren Buffett + 7,7 miliardi
Michael Dell + 7,6 miliardi
Sheldon Adelson + 6,1 miliardi
“Mentre milioni di persone rischiano la vita e i mezzi di sussistenza, come gli operatori sanitari in prima linea, questi miliardari beneficiano di un’economia e di un sistema fiscale fatto per incanalare la ricchezza verso l’alto”, il commento arrivato da parte di Chuck Collins, direttore dell'Institute for Policy Studies Program for Inequality.