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Crimea, il parlamento proclama l’indipendenza dall’Ucraina

Per la Francia non c’è nessuna legittimità, ma Mosca difende la dichiarazione ricordando il caso del Kosovo.
A cura di A. P.
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Anticipando il risultato del prossimo referendum già indetto nella regione, il parlamento della Repubblica autonoma di Crimea oggi ha votato a favore della separazione dall'Ucraina con solo tre voti contrari. La mossa del Parlamento della Crimea, a maggioranza russa come la popolazione locale, ha suscitato reazioni da tutto il mondo. Dall'occidente, e in particolare dalla Francia, ribadiscono che una simile scelta è priva di legittimità politica, mentre al contrario da Mosca ribadiscono la regolarità di tale presa di posizione da parte del Consiglio Supremo di Crimea. "La Crimea come Stato sovrano indipendente dopo il referendum si rivolgerà alla Federazione Russa con la proposta di adesione come soggetto" ha detto un funzionario del Parlamento di Crimea. Appoggiando la proposta, da Mosca ricordano che la corte internazionale dell'Onu nel luglio 2010 sul Kosovo "ha confermato il fatto che la proclamazione unilaterale dell'indipendenza da una parte dello stato non viola alcuna norma del diritto internazionale".

Mentre l'azione diplomatica prosegue tra minacce di sanzioni e segnali di distensione, intanto si è fatto vivo oggi anche l'ex presiedente ucraino destituito, Viktor Ianukovich. L'ex numero uno di Kiev ha tenuto una conferenza stampa per riaffermare l'illegittimità della sua deposizione, spiegando: "Sono l'unico presidente legittimo e continuo a essere il comandante in capo dell'esercito, le nuove autorità ucraine vogliono mettere l'esercito sotto la bandiera di Bandera (il controverso eroe nazionale ucraino che collaborò con i nazisti) vogliono scatenare una guerra civile e intendono dare le armi in mano a militanti". Si muove anche l'Unione europea che, in attesa del via libera agli aiuti promessi al nuovo governo, oggi ha deciso di aprire unilateralmente le porte all'export ucraino.

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