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Crea porno fake delle compagne di liceo con IA: studente 18enne rischia dura condanna

La vicenda arriva dall’Argentina, Paese dove non esiste il reato specifico. Il giovane imputato rischia una condanna pesante per “violenza di genere”, “molestie sessuali” e “lesioni gravi”.
A cura di Biagio Chiariello
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Un diciottenne argentino ha utilizzato programmi di intelligenza artificiale per diffondere online immagini e video pornografici falsi delle sue compagne di liceo, e ora rischia una condanna pesante per "violenza di genere", "molestie sessuali" e "lesioni gravi".

Secondo quanto riportato dal quotidiano Clarin, il magistrato incaricato dell'inchiesta, pur in assenza di una normativa specifica sull'uso scorretto dell'IA, è deciso a "creare un precedente legale" con questo caso. La denuncia è stata presentata dalle famiglie di alcune studentesse del liceo tecnico Manuel Belgrano di Cordoba, dopo che le ragazze avevano iniziato a ricevere numerose proposte sessuali da parte di estranei sui social.

Successivamente è emerso che sui siti per adulti erano stati pubblicati contenuti pornografici falsi, associati però alla loro vera identità. Nonostante manchi una legge che tipifichi esattamente questo tipo di reato, il procuratore Pablo Tagle ha sottolineato che "comportamenti di questo genere possono configurare un crimine a causa delle gravi ripercussioni psicologiche per le vittime coinvolte".

Intelligenza artificiale e pedopornografia: "Vicini al punto di non ritorno"

Intanto secondo l'ultimo rapporto della Internet Watchdog Foundation (IWF), la quantità di immagini create dall’intelligenza artificiale che raffigurano abusi sessuali su minori sta raggiungendo un "punto critico". Nella relazione viene evidenziato che questi contenuti sono ormai ampiamente accessibili online e facili da trovare, non solo sul dark web, ma anche in sezioni pubblicamente visibili della rete.

Come riportato dal Guardian, Derek Ray-Hill, direttore esecutivo ad interim dell'IWF, ha sottolineato un momento pericoloso: nemmeno la stessa IWF – che nei sei mesi più recenti ha cancellato 74 contenuti rispetto ai 70 dell'intero anno precedente – né altre organizzazioni del settore riescono più a distinguere con certezza se un'immagine sia autentica o creata artificialmente.

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