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Covid 19

Covid in Europa, l’Oms: “230 milioni di persone ancora in lockdown, attenzione alle nuove varianti”

Secondo Hans Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della Sanità per l’Europa, nel Vecchio Continente “oltre 230 milioni di persone vivono in paesi sotto il completo lockdown nazionale. Non è ancora possibile determinare l’impatto del periodo delle festività, delle riunioni in famiglia e di qualsiasi allentamento del distanziamento fisico. Ma incidenza resta elevata. Attenzione alle nuove varianti”.
A cura di Ida Artiaco
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In Europa è ancora emergenza Coronavirus: sono oltre 230 i milioni di persone che vivono in Paesi dove è in vigore un lockdown rigido per fermare la trasmissione del contagio, mentre cresce la preoccupazione relativa alle nuove varianti del virus. Lo conferma l'Organizzazione mondiale della Sanità che ha fatto oggi il punto della situazione epidemiologica nel Vecchio Continente nel corso della sua prima conferenza stampa del 2021. "Lo scorso anno sono stati registrati oltre 26 milioni di casi Covid-19 e oltre 580mila decessi. Un dato che segna un aumento dei morti di 3 volte rispetto al 2018 e quasi 5 volte rispetto al 2019", ha sottolineato Hans Kluge, direttore regionale dell'Oms. E le prospettive non sono delle migliori.

"Rimaniamo nella morsa del Covid-19 poiché i casi aumentano in tutta Europa e affrontiamo le nuove sfide portate dalle mutazioni del virus – ha aggiunto Kluge -. Questo momento rappresenta un punto di svolta nel corso della pandemia: dove scienza, politica, tecnologia e i valori devono formare un fronte unico per respingere questo virus persistente e sfuggente. Ad oggi, oltre 230 milioni di persone nella regione europea vivono in paesi sotto il completo lockdown nazionale e ci sono diversi paesi pronti ad annunciare misure di blocco nella prossima settimana", con riferimento in primis a Germania e Regno Unito dove il confinamento durerà ancora per le prossime settimane.

Dati Ecdc (da Twitter).
Dati Ecdc (da Twitter).

I prossimi giorni saranno decisivi per capire l'impatto delle feste di Natale sulla curva epidemiologica in tutto il Vecchio Continente.  "Non è ancora possibile determinare l'impatto del periodo delle festività, delle riunioni in famiglia e di qualsiasi allentamento del distanziamento fisico o, ad esempio, dell'indossare la mascherina – ha sottolineato Kluge -. Ma anche le attività di screening potrebbero essere state inferiori durante le festività determinando un quadro incompleto dell'attuale situazione epidemiologica". Ciò che è certo è che la pandemia non ha arretrato nemmeno di un millimetro. "Oltre il 25% degli Stati della regione europea – hanno sottolineato gli esperti dell'Oms – sta registrando quindi un'incidenza molto elevata che ha conseguenze sui sistemi sanitari che sono sotto pressione".

E la situazione resta complicata perché "il Coronavirus è cambiato nel tempo. Oggi abbiamo 22 paesi che hanno registrato la nuova variante, Sars CoV-2 Variant of Concern (Voc), e questo è un dato preoccupante perché è aumentata la trasmissibilità del virus. Ma fino ad oggi sappiamo che non c'è stato nessun cambiamento significativo nella malattia prodotta da questa variante, non né più grave né meno grave. Senza un controllo più stretto per rallentare la sua diffusione ci sarà una maggior impatto sugli ospedali già stressati e sotto pressione", ha rimarcato Kluge. "Questa variante si diffonde in tutte le fasce d'età e i bambini non sembrano essere a rischio più elevato. La nostra valutazione è che questa variante possa, nel tempo, sostituire altri ceppi circolanti come si è visto nel Regno Unito e si sta vedendo sempre più in Danimarca".

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