Covid, il monito dell’Ema: “Prepariamoci a una nuova ondata di contagi, attenzione a Centaurus”
La pandemia di Covid-19, in Europa, non è ancora finita.
È questo il monito lanciato oggi da Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), durante il consueto briefing con la stampa.
Secondo Cavalieri, "i dati raccolti dall'Ecdc mostrano che nelle ultime settimane c'è stata una diminuzione nel numero complessivo di casi e morti Covid in Europa". Tuttavia, ha aggiunto, "abbiamo bisogno di prepararci a una nuova ondata di infezioni, in linea con il trend seguito dal virus nei due anni passati".
Per l'esperto, "Omicron 5 (BA.5) è ancora la variante dominante che sta circolando in Europa ma dobbiamo sempre stare all'erta su altre mutazioni. Per esempio, c'è la variante BA.4.6 che si sta diffondendo velocemente negli Stati Uniti ed è già stata rilevata nel Vecchio Continente e c'è anche la BA.2.75″, ribattezzata Centaurus sui social, "che l'Ecdc sta monitorando come variante di preoccupazione".
Per questo, è importante ancora investire sui vaccini. "Sono in corso discussioni con" l'azienda americana "Moderna su una richiesta" di via libera "per il vaccino bivalente Covid-19 Spikevax- adattato a Omicron BA.4-5. L'inizio della revisione è previsto entro fine settembre", ha precisato.
Sempre Cavaleri, ieri, intervenendo a ZoomCovid19, spazio di approfondimento organizzato dall'Unamsi (Unione nazionale medico scientifica di informazione), aveva spiegato che Sars-CoV-2 è un virus ancora imprevedibile.
"Sta mutando a una velocità pazzesca e continua a farlo – ha detto -. Adesso vedremo fino a quanto manterrà questo passo e se cambierà. Ma questo sta a indicare che è un virus ancora piuttosto acerbo in termini di convivenza col mondo degli esseri umani. Quindi dobbiamo aspettarci che ci saranno ancora parecchie mutazioni nei prossimi mesi e speriamo che prima o poi trovi la sua giusta dimensione per convivere con gli uomini e raggiungere un livello di mutazione simile almeno quello dei ceppi influenzali, perché allora ci darà la possibilità di poterlo inseguire meglio e prevenire meglio".