Covid, dall’Ue agli Usa sale l’allerta per l’ondata di casi in Cina. Pechino: “Vogliono sabotarci”
Sale l'allerta in tutto il mondo in seguito al boom di casi in Cina dopo l'abbandono della strategia Covid Zero da parte del governo di Pechino.
Dopo il Giappone e l'Italia, anche Usa, Spagna e Israele hanno annunciato che verrà richiesto un tampone negativo obbligatorio ai passeggeri in arrivo dal Paese del Dragone, per evitare un nuova diffusione del virus ed, eventualmente, anche la circolazione di nuove varianti.
Ma la Cina non sembra aver preso bene la scelta dei paesi occidentali. Il Global Times, tabloid del Partito Comunista, afferma che "un piccolo numero di Paesi e regioni, come Usa e Giappone, vede la riapertura della Cina come un’altra possibilità per diffamare Pechino".
Secondo quanto si legge sul giornale, questi paesi stanno adottando uno "sporco trucco politico per sabotare i 3 anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema". Rispetto all'Italia, "sta imponendo test obbligatori per i viaggiatori che arrivano dalla Cina, eppure il suo governo ha detto che non è stata trovata alcuna nuova mutazione nei recenti arrivi".
A preoccupare è il fatto che Pechino non condivida informazioni sufficienti e credibili sull’andamento della pandemia. Dopo lo stop a test e tracciamenti, oltre che a lockdown e quarantene, gli esperti mondiali pensano che le cifre comunicate dalle autorità sanitarie cinesi non corrispondano alla realtà ed anzi che siano molto sottostimate. Addirittura, secondo alcuni ci sarebbero un milione di nuove infezioni al giorno e 9mila decessi quotidiani in Cina.
Dal 7 dicembre le autorità di Pechino hanno riportato ufficialmente solo dieci morti a causa della pandemia. Nettamente più basse anche le cifre ufficiali sui contagi diffuse da Pechino, che sono nell’ordine di qualche decina di migliaia ogni giorno, da quanto è stata abbandonata la politica dei tracciamenti di massa, ha ricordato il quotidiano inglese The Guardian.