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Covid-19, maxifesta a Barcellona: in centinaia in un magazzino per un rave party durato 36 ore

Interrotta una maxifesta a Barcellona, in un magazzino in periferia. Per quasi due giorni almeno mille persone hanno partecipato ad un rave senza rispettare alcuna misura per evitare contagi da Covid-19. La polizia è intervenuta oggi ma scoppia la polemica: le prime segnalazioni dei cittadini risalgono alla sera del 31 dicembre.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Arriva da Barcellona l'ultima notizia di una maxifesta, ignorando ogni tipo di misura anticovid, iniziata a Capodanno e terminata solo con l'intervento delle forze dell'ordine. La storia del rave party organizzato nella periferia della città spagnola è stata raccontata dal quotidiano catalano La Vanguardia: i mossos d'esquadra, polizia della Regione, hanno avviato in queste ore le operazioni di sgombero del locale occupato da centinaia di persone. Si tratta di un edificio industriale che si trova a Llinars del Vallès, leggermente fuori da Barcellona. Qui, a partire dalla sera del 31 dicembre, è iniziata una festa che sarebbe dovuta durare, secondo i partecipanti, fino al 4 gennaio. Tre persone sono state arrestate come presunti organizzatori, e ora rischiano una multa che può arrivare fino a 600mila euro.

La polizia è entrata in azione oggi a mezzogiorno, racconta La Vanguardia, dopo 36 ore di festeggiamenti e diverse richieste delle forze dell'ordine ai partecipanti di interrompere il rave. Ieri sera erano arrivate più di duecento automobili, molte con targhe straniere, per unirsi alla festa. Secondo chi abita nei paraggi e alcuni partecipanti alla festa, all'interno dell'edificio c'erano più di mille persone.

Mentre la situazione sta tornando lentamente alla normalità, in Catalogna scoppia la polemica: le prime segnalazioni degli abitanti della zona risalgono alla sera di giovedì 31 dicembre, alle 21 circa. Come è stato possibile che per quasi due giorni la festa sia andata avanti senza l'intervento, più volte richiesto, delle forze dell'ordine? Domandano i cittadini. Secondo il direttore generale dei mossos d'esquadra, Pere Ferrer, non è stato fatto alcun intervento prima perché si trattava di una situazione "molto complessa", che doveva essere affrontata senza rischi.

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