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Costa d’Avorio: Ouattara chiede all’UE lo stop all’embargo

La situazione in Costa d’Avorio non cessa di preoccupare. Mentre l’abitazione di Gbagbo è sorvegliata dai ribelli pro-Outtara, Ouattara ha chiesto all’Ue di eliminare l’embargo nei porti principali dediti all’esportazione del cacao.
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emergenza umanitaria

Secondo quanto afferma il quotidiano francese Le Figaro, Ouattara, il presidente legittimato a governare la Costa d'Avorio dopo la vittoria alle elezioni di novembre, avrebbe deciso di deporre le armi e di non combattere più con le armi contro Laurent Gbagbo, il presidente uscente. I ribelli pro- Ouattara, insieme alle forze Onu e i soldati francesi della missione Licorne, avrebbero circondato il perimetro della residenza di Gbagbo, che rifiuta qualsiasi trattativa, costringendolo a trincerarsi al suo interno mentre soltanto una settimana fa era stato aperto il fuoco sulla sua abitazione.

Pertanto Ouattara ha assunto il ruolo finora negatogli, parlando alla nazione in un discorso alla tv di stato. Ha invitato gli ivoriani a frenare qualsiasi atto di vendetta, perché "la Costa d'Avorio è una e indivisibile". Ha poi promesso pene severe per gli autori delle stragi delle ultime settimane e richiesto l'interruzione dell'embargo nei porti di Abidjan e di San Pedro. Sarebbero questi i due snodi fondamentali per il commercio del cacao, di cui la Costa d'Avorio è il produttore mondiale.

In effetti, l'esportazione del cacao e del caffè è la principale risorsa economica del Paese e pertanto l'Unione europea ha fatto sapere che provvederà presto ad eliminare le sanzioni. In particolare, ecco quanto ha dichiarato il portavoce del commissario Ue per la politica estera Catherine Ashton "Il presidente Ouattara ci ha chiesto di rimuovere alcuni enti dalla lista delle sanzioni, stiamo lavorando su questo in stretto contatto con il presidente Ouattara, e speriamo di poter cominciare a togliere le sanzioni presto". Probabilmente le sanzioni verranno eliminate martedì, a margine di un meeting dei ministri degli Esteri europei.

Mentre la resa di Gbagbo sembra sempre più lontana, non cessa però la preoccupazione sotto il profilo umanitario: la situazione in Costa d'Avorio a tal proposito si fa di ora in ora più grave. Le ambulanze non circolano più per le strade della città di Abidjan perché temono gli attacchi dei miliziani;  pertanto soltanto la Croce Rossa e Medici senza Frontiere possono intervenire a salvare i civili feriti durante gli scontri.  Le operazioni non risultano semplici: gli ospedali hanno smesso di funzionare mentre ovunque scarseggiano medicine.

In questo clima generale di confusione l'Onu rende noto che, soltanto nelle ultime 24 ore, sono stati rinvenuti circa un centinaio di corpi in 3 diverse località della Costa d'Avorio; secondo Rupert Colvile, portavoce dell'ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani, il massacro sarebbe avvenuto per motivi etnici.

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