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Costa d’Avorio: le truppe di Gbagbo attaccano la residenza dell’ambasciatore giapponese

Un’altra notte è trascorsa a Abyan. Dopo gli scontri davanti all’abitazione di Gbagbo, le truppe presidenziali hanno attaccato l’abitazione dell’ambasciatore giapponese prontamente messo in salvo dalle forze ONU.
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Pochi giorni fa si rincorrevano voci che volevano la resa di Gbagbo, il dittatore ivoriano, a capo della Repubblica da più di 10 anni. In realtà il dittatore sembra ancora lontano da un negoziato e ieri è cominciato l'assalto finale alla residenza di Gbagbo ad Abyan. La missione che vede la partecipazione delle forze Onu, oltre che dei militari francesi della missione Licorne in appoggio, è tesa a riconoscere il potere di Alassane Ouattara, eletto durante le elezioni di novembre.

La situazione in serata si è inasprita e secondo alcune fonti vicine a Gbagbo, la residenza del Presidente sarebbe stata messa sotto assedio dalle forze di Ouattara coadiuvate nell'intervento dagli elicotteri dell'ONU e dalle forze francesi. Intanto le violenze non si sono fermate per le strade di Abyan, le milizie repubblicane hanno esploso colpi di arma da fuoco nei pressi delle abitazioni dell'ambasciatore giapponese Yoshifumi Okamura che insieme ad altri sette impiegati  è stato costretto a nascondersi. Successivamente grazie alle forze francesi e dell'Onu, i diplomatici giapponesi sono stati messi in salvo e adesso si troverebbero al sicuro nella base francese di Port-Bouet.

In realtà l'attacco delle truppe presidenziali sarebbe stato rivolto all'ambasciatore francese, che risiede nelle immediate vicinanze, probabilmente per via dell'intervento francese a fianco dell'ONU. Ciononostante la Francia smentisce ogni accusa di una sua partecipazione militare alla guerra in Costa d'Avorio. A parte gli attacchi all'abitazione di Gbagbo la notte è proseguita in maniera abbastanza tranquilla nei cieli sopra Abyan, sotto pesante assedio da quando i ribelli pro- Ouattara sono entrati in città.

L'emergenza, invece, è soprattutto umanitaria. L'Onu a tal proposito ha richiesto l'apertura di un corridoio umanitario per mettere in salvo morti e feriti. Questa la dichiarazione della portavoce  dell'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu,  Elisabeth Byrs: "La situazione ad Abidjan é estremamente preoccupante. Gli operatori umanitari sono minacciati anche dall'aumento della criminalità".

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