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Costa d’Avorio: il dittatore Gbagbo è vicino alla resa

Secondo quanto affermato dal Ministro della Difesa francese, Gbagbo potrebbe a breve arrendersi alle forze di Ouattara, eletto nel novembre del 2010 ma mai riconosciuto dal dittatorre ivoriano come suo legittimo successore.
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resa di gbagbo

Dopo che l'ONU e la Francia hanno attaccato il dittatore Gbagbo, la situazione in Costa d'Avorio sembra stia per arrivare ad una svolta sperata quanto improvvisa. Il dittatore Gbagbo, alla guida del paese sub-sahariano dal 2000, potrebbe ben presto lasciare spazio al suo legittimo successore Alassane Ouattara, vincitore già delle elezioni di novembre. Lauren Gbagbo, secondo il Ministro francese della Difesa Gerard Longuet, sarebbe in queste ore rintanato in un buker sotterraneo all'interno della sua residenza ad Abidjan e starebbe trattando per il suo esilio, ecco le parole del ministro francese: "Siamo in una situazione in cui tutto potrebbe essere risolto nelle prossime ore".

Come abbiamo già sottolineato, la decisione di Gbagbo, è stata successiva all'attacco da parte delle forze ONU, anche se la situazione sembrava già predefinita dopo che qualche giorno fa i ribelli pro- Ouattara avevano aperto il fuoco sulla abitazione di Gbagbo. Un'evenienza confermata dalle dichiarazioni del Capo di stato maggiore delle forze leali al presidente che avrebbe dichiarato che, a seguito dei bombardamenti francesi, le sue milizie hanno cessato il fuoco, successivamente sarebbe stato chiesto all'Onuci (acronimo della missione ONU in Costa d'Avorio) di fare lo stesso. Una resa in piena regola per la quale sono state richieste garanzie per il presidente e la sua famiglia, i membri del suo governo, i militari oltre che per i civili.

In realtà la situazione in Costa d'Avorio è critica ormai da mesi e le forze ONU parlano di emergenza umanitaria. Secondo la portavoce degli Affari Umanitari dell'Onu, Elisabeth Byrs, la situazione, specialmente a Abidjan, sarebbe drammatica. Ecco le sue parole: "Ci sono esplosioni continue in tutta la città. La maggioranza degli ospedali non sta più lavorando, mancano di ossigeno. I servizi pubblici non funzionano più per cui ci sono decine di cadaveri nelle strade che nessuno raccoglie. Non si possono trasportare i feriti perchè le ambulanze non funzionano più e quando escono gli sparano contro." Impossibile inoltre l'intervento da parte delle forze umanitarie che per motivi di sicurezza non possono uscire per strada.  Oltre agli organismi internazionali, anche l'Unicef ha definito la situazione in Costa d'Avorio allarmante. Sono tanti, infatti, i bambini che vivono con risorse scarsissime e che non frequentano la scuola da mesi.  Molti di loro, inoltre, vengono quotidianamente reclutati come soldati, da entrambi le parti coinvolte nel conflitto.

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