Costa d’Avorio: i ribelli pro-Ouattara aprono il fuoco sull’abitazione di Gbagbo
Nelle ultime settimane la guerra civile in Costa d'Avorio si è fatta particolarmente infuocata. Ricordiamo che la scintilla che ha scatenato il conflitto tra le forze pro- Gbagbo e quelle pro-Ouattara risale al novembre dello scorso anno. In quella data, le elezioni presidenziali vennero vinte dal capo dell'opposizione ivoriana, Outtara, che prevalse su Gbagbo. L'esito delle elezioni non fu però accettato dal presidente uscente che ratificò, con il supporto della Consiglio Costituzionale, un esito completamente diverso rispetto a quello reale: per restare a capo del paese Gbagbo fece annullare 7 sezioni elettorali del Nord del paese e risultò, in questo modo, vincitore con circa il 51% dei consensi. Tale azione è stata condannata dalla comunità internazionale che invece ha ritenuto legittima la vittoria di Ouattara, leader repubblicano.
Ciononostante, in un clima di totale anarchia, i due leader nei giorni successivi alle elezioni hanno formato due governi attraverso due cerimonie celebrative. Da quell'avvenimento il paese vive una situazione di straordinaria incertezza che ha innescato una sanguinosa guerra civile, secondo l'ONU preoccupante. Secondo alcune stime dell'Organizzazione il numero delle vittime dall'inizio dei combattimenti fino ad ora si attesterebbe attorno alle 450 unità. Gli scontri degli ultimi giorni però fanno presagire un intensificarsi del conflitto tra le forze dei due leader. Negli ultimi giorni gli scontri tra le milizie governative e i ribelli si sono concentrate Tiebissou, 40 chilometri a nord della capitale Yamoussoukro: oltre ai militari in questi scontri sono rimasti coinvolti numerosi civili ormai stremati dalla situazione di violenza che sta martirizzando il Paese.
In effetti, oltre alle atrocità la Costa d'Avorio ora dopo ora, rappresaglia dopo rappresaglia, affronta una situazione di precarietà e miseria generale. In molti hanno deciso di scappare nella vicina Liberia mentre la maggioranza degli ivoriani si è affidata all'aiuto delle organizzazioni umanitarie tra cui l'Unicef, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, Terre des Hommes che forniscono agli ivoriani assistenza sanitaria e psicologica.
Negli ultimi giorni i miliziani vicini a Ouattara avevano conquistato Daloa, Bondoukou e Bellevillee avanzando verso San Pedro. Notizie relative alle ultime ore riferiscono che i ribelli pro- Ouattara si sono diretti presso Abidjan, dove si trova l'abitazione di Gbagbo presa di mira proprio da i ribelli. Prima di aprire il fuoco sulla casa di Gbagbo, Ouattara avrebbe intimato al "presidente" di arrendersi e di riconoscere il suo potere ma nessuna resa è stata ancora annunciata da Gbagbo, al governo della Costa d'Avorio dal 2000, che pare voler combattere strenuamente per difendere la sua posizione.