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“Così non ordinerai ‘ndrangheta per dolce”, in Belgio l’ultima pubblicità che offende gli italiani

È al centro delle polemiche la pubblicità comparsa da qualche giorno in diverse città del Belgio per promuovere dei corsi di italiano. “Così non ordinerai ‘ndrangheta per dolce”, recita lo spot ideato dall’Università di Lovanio che ha fatto infuriare non poco gli italiani che vivono lì. Intervenuta anche l’Associazione dei pubblicitari italiani schieratasi contro gli ideatori della campagna pubblicitaria: “Una caduta di stile inconcepibile”.
A cura di Chiara Ammendola
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"Così non ordinerai ‘ndrangheta per dolce", recita così la pubblicità di un corso di lingua italiana comparsa su alcuni cartelloni pubblicitari in giro per alcune città del Paese. A idearlo l'Università di Lovanio che ha voluto così promuovere i suoi corsi di lingua che sembrano siano incentrati proprio sulla lotta agli stereotipi ma che invece hanno avuto l'effetto opposto tanto da provocare la dura reazione anche dell'Associazione dei pubblicitari italiani che si sono schierato contro gli ideatori della campagna pubblicitaria: "È inconcepibile come nel 2020 dobbiamo ancora osservare cadute di stile come quella  di una Università a poche decine di chilometri da Bruxelles, ovvero nell’epicentro istituzionale dell’Europa pulsante, omnicomprensiva, includente e multirazziale, che fanno leva su stereotipi negativi, lesivi della dignità di un popolo, in questo caso il nostro  – il commento di Vicky Gitto presidente dell’ADCI Art Directors Club Italiano – per vendere qualche corso di lingue".

Il cartellone pubblicitario in Belgio dell'Università di Lovanio (foto Fanpage.it)
Il cartellone pubblicitario in Belgio dell'Università di Lovanio (foto Fanpage.it)

Bruxelles, Anversa, e non solo. In Belgio la pubblicità dell'Università di Lovanio, la più antica del Paese, fondata nel 1425, ha incuriosito non poco i cittadini ma ha anche suscitato le ire degli italiani, soprattutto quelli che vivono in Belgio da tempo ma che non hanno dimenticato le proprie radici. Uno scivolone che, seppur evidentemente nato come spot ironico, si è trasformato in motivo di discordia. "Io credo – ha spiegato il presidente dei pubblicitari italiani Vicky Gitto – che se questa ‘cosa’ potrebbe fare un po' arrabbiare noi italiani, e certamente tutti quei nostri compatrioti che lì lavorano, quindi non solo studenti, panettieri, ingegneri, ma anche compatrioti come ad esempio un certo David Sassoli, anch’egli ‘impiegato’ da quelle parti, dovrebbe d’altro canto imbarazzare non poco accademici, autorità e i tanti bravi cittadini belgi. Visto che questa trovata dileggia noi, ma in fondo umilia tutti loro".

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