Cos’è la “legge russa” della Georgia e perché migliaia di persone sono scese in piazza a protestare
Continuano le proteste in Georgia contro la cosiddetta "legge russa", la controversa norma sugli "agenti stranieri" che secondo i critici porterebbe a una stretta sulla libertà di espressione e permetterebbe al governo di mettere a tacere le voci di dissenso. Dopo che sabato 50mila persone erano scese in piazza, in decine di migliaia hanno trascorso la notte tra ieri e oggi fuori dal palazzo del Parlamento per manifestare contro il provvedimento, che potrebbe essere approvato già oggi.
La "legge russa" contro media e ong
La proposta di legge arriva da parte del governo del primo ministro Irakli Kobakhidze e del suo partito, "Sogno georgiano". Se approvata, la legge obbligherebbe i gruppi non governativi e i media a registrarsi come "organizzazioni che servono gli interessi di una potenza straniera" se più del 20% dei loro finanziamenti proviene dall'estero. Un provvedimento che ricalca la legislazione russa: il Cremlino, nel 2012, aveva fatto approvare un testo molto simile, che da allora è stata utilizzata per reprimere giornalisti e oppositori politici.
Il governo di Tbilisi aveva già tentato di far approvare la legge nel 2023, ma aveva desistito a seguito di proteste molto accese. Il premier ha dichiarato di voler far passare la legge "lunedì o il giorno dopo". La presidente georgiana, Salome Zurabishvili, è contraria e apporrà il proprio veto. "Questa legge è russa, ma è ancora più inquietante che sia diventata un simbolo. In realtà, le vostre stesse azioni (del governo, ndr), le parole e la violenza contro la società sono russe – ha dichiarato domenica alla stampa – Sono metodi che pensavamo appartenessero al passato e che voi state riportando in vita". Il partito di governo, tuttavia, ha i voti necessari in Parlamento per scavalcare il veto e approvare ugualmente il provvedimento. Stamattina, la legge è stata approvata dalla Commissione giustizia: si tratta della terza lettura, quella definitiva, che ora dovrà essere confermata dalla maggioranza dei parlamentari.
L'Unione europea si è dichiarata fortemente contraria alla legge, che potrebbe costituire un ostacolo all'adesione della Georgia all'Ue. La maggioranza dei georgiani è favorevole all'ingresso del proprio Paese in Europa: secondo un sondaggio del National Democratic Institute, si tratterebbe di quasi quattro cittadini su cinque.
Le proteste nel fine settimana
Sabato 50mila persone erano scese in piazza a Tbilisi sotto la pioggia: molti, tra i manifestanti, sventolavano le bandiere ucraine ed europee. Le proteste vanno avanti ormai da più di un mese e hanno raggiunto dimensioni mai raggiunte un anno fa, quando il governo di "Sogno georgiano" aveva provato per la prima volta a far passare la legge.
Le proteste che si sono svolte tra ieri notte e stamattina sono terminate con scontri violenti tra polizia e manifestanti, che volevano impedire ai parlamentari di entrare in Parlamento per votare la terza lettura del provvedimento. Ci sono stati, inoltre, diversi fermi: secondo l'agenzia di stampa russa Tass, che cita fonti del ministero dell'Interno georgiano, sono state arrestate 20 persone, tra cui un cittadino russo e uno statunitense.