Dove si trova il Donbass e perché è così importante per Russia e Ucraina
Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere che Mosca sta considerando la richiesta di riconoscimento delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Sul riconoscimento dell'indipendenza, il Cremlino potrebbe pronunciarsi in giornata. Questa nuova dichiarazione ha portato a un nuovo livello la tensione tra Russia, Ucraina e Nato. In una riunione del Consiglio di sicurezza trasmessa in diretta tv, la Russia ha detto di essere sicura che l'Ucraina stia preparando una nuova azione nel Donbass. L'Ucraina ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Nei giorni scorsi, sul confine i separatisti appoggiati da Mosca hanno accusato Kiev di aver aperto il fuoco nel Donbass, mentre l'Ucraina ha accusato i separatisti di aver iniziato lo scontro armato bombardando con artiglieria pesante un asilo a Stanytsya Luhanska, ferendo due insegnanti. Il Donbass ha annunciato l'evacuazione dei civili verso la Russia a causa del "timore di un attacco di Kiev". Proprio nel Donbass si gioca il futuro della crisi con la Russia. Restano alte le tensioni con gli Stati Uniti che sostengono che un'invasione da parte di Mosca sia "molto probabile entro pochi giorni".
Sono centrali le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, gestite da governi separatisti vicini a Mosca dal 2014. Kiev li definisce "territori momentaneamente occupati", esattamente come la Crimea. Quando hanno dichiarato la loro indipendenza nel 2014, hanno ricevuto sostegno militare e finanziario da Mosca ma no erano mai state riconosciute come repubbliche indipendenti. Ufficialmente, infatti, per la Russia Donetsk e Lugansk facevano parte dell'Ucraina.
Come nasce la crisi del Donbass
La crisi ha avuto inizio nell'aprile del 2014, quando uomini armati e incappucciati si sono impadroniti di alcuni palazzi governativi nelle regioni di Donetsk, Lugansk e Charkiv. I manifestanti chiedevano un referendum riguardo la situazione delle regioni all'interno dell'Ucraina proprio in seguito alla "Rivolta di Majdan" che depose l'allora presidente ucraino Viktor Janukovich, vicino a Vladimir Putin. L'evento fu considerato dai separatisti un "golpe". Secondo Kiev, invece, gli uomini che si sono impadroniti delle regioni nell'Est Ucraina sarebbero stati inviati proprio da Mosca per poi completare l'attacco tra il 22 e il 25 agosto dello stesso anno. Secondo la Nato, infatti, forze russe hanno raggiunto la parte sud-orientale dell'Oblast di Doneck. Secondo il capo del Servizio di sicurezza dell'Ucraina Valentyn Nalyvajčenko, gli eventi del 22 agosto sono stati una vera e propria invasione da parte della Russia.
Le neonate Repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk coprono un'area di circa 6.500 miglia quadrate. Prima dell'indipendenza dichiarata nel 2014, le due città principali erano note per l'industria pesante e l'estrazione del carbone. Donetsk, inoltre, era nota anche per le sue infrastrutture: godeva infatti di un aeroporto internazionale all'avanguardia ed era teatro di diverse partite di calcio durante il campionato Uefa Euro 2012. I combattimenti però hanno distrutto quanto era stato fatto e hanno isolato questi territori dal resto dell'Ucraina sia dal punto di vista economico che dal punto di vista fisico.
Perché il Donbass è importante per la Russia
Fino ad oggi, Mosca non ha mai riconosciuto le due Repubbliche popolari filorusse come indipendenti. Ufficialmente infatti le reputava parte dell'Ucraina, ma aveva a che fare con i vertici che gestiscono Donetsk e Lugansk quotidianamente, fornendo ai due Stati autodichiarati sussidi per l'economia, protezione dal punto di vista militare e armi. La Russia non aveva mai manifestato l'intenzione di riconoscere le due Repubbliche come indipendenti e assolute per una serie di motivi strategici. Fino ad oggi Mosca voleva infatti che il Donbass facesse parte a tutti gli effetti dell'Ucraina, ma che i leader filorussi delle due Repubbliche avessero diritto di veto su importanti decisioni di politica estera e di politica interna.
In questo momento, la Russia ha posto su un piatto il nuovo riconoscimento delle due Repubbliche, chiedendo dall'altra parte alla Nato di mettere per iscritto "secondo la legge" la volontà di non introdurre l'Ucraina all'interno dell'Organizzazione. Il conflitto si basa adesso sul riconoscimento delle due repubbliche separatiste: Kiev non vuole perdere i due territori e la Russia sta cercando di far valere la sua influenza sul territorio usando le Donetsk e Luganks come principale arma di contratto. Strategicamente il Donbass si rende necessario per la lotta con Kiev. Prima della dichiarazione di intenti sul riconoscimento dell'indipendenza, il Cremlino voleva usare le due repubbliche come avamposti indipendenti per portare le proprie ragioni in Ucraina, ma senza riconoscerne l'autonomia o annettere i territori.
Il riconoscimento delle due repubbliche porterebbe anche all'annullamento dell'accordo di Minsk firmato nel 2015. Il secondo atto della tregua già firmata nel 2014, sei mesi dopo l'annessione della Crimea, prevede un cessate il fuoco in 12 punti che però non è mai stato rispettato. Kiev e autorità di Donetsk e Lugansk si impegnavano a rispettare il dialogo, lo scambio di prigionieri, l'invio di aiuti umanitari e il rinvio delle armi pesanti.
L'importanza del Donbass per il Cremlino è ovviamente anche economica. L'Ucraina è infatti ricca di carbone e proprio nel Donbass si concentrava la maggior parte della ricchezza mineraria. Dal punto strategico, un riconoscimento delle due Repubbliche come indipendenti non permettere a Mosca di influenzare le decisioni interne all'Ucraina, ma perdere completamente il controllo su Donbass vorrebbe dire per Putin consegnare all'Europa i giacimenti di carbone, togliendo così potenza economica alla Russia.
Qual è la situazione attuale
Le violazioni del cessate il fuoco negli ultimi giorni sono frequentissime. Mosca ha affermato di star valutando l'indipendenza di Lugansk e Donetsk, sostenendo che l'Ucraina sta preparando una nuova azione militare nel Donbass. "Kiev ha già condotto operazioni punitive e sembra proprio che ne stia programmando un'altra. Le autorità ucraine non hanno nessuna intenzione di implementare gli accordi di Minsk" ha fatto sapere il Cremlino. L'Ucraina ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'Unione europea nel frattempo ha sottolineato di essere "unita e pronta a rispondere a qualsiasi ulteriore aggressione militare russa contro il vicino sovrano ucraino con sanzioni massicce".