Cos’è Freedom Convoy, “forconi” No Vax canadesi che stanno bloccando Ottawa con centinaia di tir
A qualcuno Freedom Convoy, la protesta inscenata in Canada da centinaia di camionisti, ricorderà le "marce dei forconi" organizzate in Italia negli anni passati. Punti di contatto, come la contestazione alle cosiddette "elite", non mancano di certo anche se stavolta al centro delle manifestazioni ci sono i vaccini contro il Covid: i camionisti infatti stanno prendendo d'assedio le strade di Ottawa, la capitale canadse, per protestare contro l’obbligo vaccinale per i lavoratori introdotto a ottobre dal governo. La presenza degli autotrasportatori in centro città sta bloccando vari importanti edifici pubblici, oltre a creare importanti disagi tra la popolazione locale.
Ma quali sono le ragioni della protesta? All'origine c'è la norma entrata in vigore a gennaio che vieta l’ingresso in Canada agli autotrasportatori non vaccinati allo scopo di limitare il più possibile la circolazione del virus e soprattutto l'intasamento delle strutture sanitarie da parte dei no vax contagiati. La stragrande maggioranza dei camionisti ha accolto la regola con favore, ma in centinaia hanno manifestato il loro dissenso guidando per centinaia di chilometri fino a prendere d'assalto il centro di Ottawa con l’intento di bloccare la città. Le proteste vanno avanti da oltre una settimana e il numero degli autotrasportatori coinvolti si è ridotto giorno dopo giorni, ma non pochi stanno ancora occupando le strade e creando non pochi disagi. La protesta è stata in larga parte pacifica, con casi isolati di violenze. Per il momento la polizia non sta facendo nulla per sgomberare i manifestanti, tra i malumori dei residenti di Ottawa che non ne possono più dei disagi.
Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta due giorni fa Peter Sloly, capo della polizia di Ottawa, ha spiegato che "la maggior parte dei manifestanti se ne sono andati. Resta un piccolo gruppo di individui altamente determinati ed instabili". Tra loro c'è la portavoce Tamara Lich, che ha dichiarato esplicitamente che la protesta potrebbe proseguire a oltranza. "Siamo ben organizzati e ci stiamo sistemando, rimarremo qui finché il Canada non sarà di nuovo una nazione libera". La signora Lich gestisce una pagina GoFundMe del Freedom Convoy e finora ha raccolto oltre 10 milioni di dollari canadesi, soldi che sono stati finora impiegati per sostenere la protesta.