Cosa vuol dire che il debito della Russia è spazzatura e chi sarà a pagare la crisi
Questa mattina le agenzie di rating Fitch e Moody's hanno declassato la Russia nella categoria dei paesi che rischiano di non poter rimborsare il debito. Moody's ha abbassato il proprio giudizio sul debito a lungo termine da Baa3 a B3, mantenendolo sotto osservazione viste le sanzioni imposte dai paesi occidentali alla Russia. "Il declassamento del rating della Russia e il suo mantenimento in revisione per un ulteriore declassamento – ha dichiarato in una nota l'agenzia – sono stati innescati dalle severe sanzioni imposte dai paesi occidentali, tra cui la sanzione della Banca Centrale della Federazione Russa e di alcune grandi istituzioni finanziarie, in risposta alla sua invasione militare dell'Ucraina". Dal canto suo invece Fitch ha abbassato il rating da BBB a B, con outlook negativo. Questi rating pongono il debito della Russia al livello ‘speculativo', dopo che S&P Global Ratings ha declassato il rating della Russia la scorsa settimana a "BB+" da "BBB-". Ma cosa significa tutto ciò, in termini concreti? E soprattutto, chi sarà a pagare queste decisioni delle agenzie di rating? Ne abbiamo parlato con il professor Marco Lossani, docente ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano.
Fitch e Moody's hanno declassato la Russia nella categoria dei paesi che rischiano di non poter rimborsare il debito. Che cosa significa questo?
Significa che le agenzie di rating esprimono un giudizio di merito negativo rispetto al debito sovrano russo: in termini più strettamente operativi vuol dire che questi titoli – che un tempo sarebbero stati definiti junk bond, spazzatura – potranno essere utilizzati sempre meno per tutta una serie di operazioni finanziarie. A livello internazionale l'economia russa viene percepita come sempre più in crisi.
La decisione delle agenzie di rating piò avere conseguenze per Putin e la schiera di oligarchi russi?
Francamente non saprei, ma in termini approssimativi credo che le conseguenze per loro siano scarse. Certo, per Putin questo è uno schiaffo, ma lui sapeva sicuramente benissimo che nel momento in cui avesse invaso l'Ucraina le agenzie di rating non sarebbero state a guardare. Presumo che, non essendo Putin un ingenuo, avesse calcolato questo tipo di reazione. Anche per gli oligarchi non credo cambi molto: non so cosa abbiano nel loro "portafoglio" finanziario, ma immagino che i titoli di stato russi non siano una parte consistente e quindi ritengo che la decisione delle agenzie di rating non li scuota più di tanto. Insomma, tendenzialmente possiamo dire che la decisione delle agenzie di rating danneggia soprattutto i cittadini comuni, quelli a basso e medio reddito.
In che modo?
Alcuni di questi avranno qualche forma di risparmio investita in titoli di Stato russi quindi saranno direttamente colpiti sia per quanto riguarda il valore del loro portafogli sia, ovviamente, perché sono maggiormente esposti alla recessione. Come tipicamente avviene in questi casi le élite non soffriranno in modo particolare; quelli maggiormente coinvolti saranno i cittadini comuni.
Questi rischiano un calo della qualità dei servizi pubblici essenziali?
Qui la situazione credo sia un po' più confusa. La Russia ha i conti in ordine: ha un debito basso rispetto al Pil, non ha un bisogno elevato di ottenere finanziamenti quindi probabilmente per un po' di tempo i servizi pubblici non verranno intaccati in modo significativo. Credo che non sarà il downgrading a metterli in ginocchio ma che in generale saranno le sanzioni a impedire all'economia russa di funzionare normalmente. Sarà a causa di queste, quindi, che potrebbero esserci eventuali problemi anche a pagare i salari dei dipendenti della pubblica amministrazione. Non saranno le agenzie di rating a mettere in crisi la Russia, quindi, bensì le sanzioni, che stanno mordendo. Non è un caso che la prima cosa che hanno fatto i cittadini russi sia stata correre in banca e ritirare i loro risparmi.