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Cosa succederà in Italia dopo gli attentati di Bruxelles

Nel pomeriggio il vertice del Comitato nazionale di sicurezza: probabile l’innalzamento del livello di rischio, come avvenuto dopo i fatti di Parigi.
A cura di Redazione
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Come noto, questa mattina Bruxelles è stata colpita da una serie di attacchi terroristici, portati a termine in aeroporto e nella stazione della metropolitana di Maalbek. Le esplosioni hanno provocato almeno 13 vittime e una trentina di feriti, ma il bilancio è ancora provvisorio e si teme che il numero dei decessi sia destinato a salire. In azione i reparti speciali delle forze di polizia del Belgio, ma anche l’esercito: in città il livello di allarme è massimo, come nei giorni successivi agli attacchi di Parigi del 13 novembre scorso, le stazioni della metropolitana e gli uffici pubblici sono chiusi, la circolazione è interdetta nelle zone del centro cittadino e le scuole sono chiuse.

Come sempre accade in questi casi, anche gli altri Paesi europei stanno prendendo contromisure in via precauzionale: in tutte le capitali europee è stato innalzato il livello di allerta e la frontiera franco – belga è chiusa. In Italia, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha convocato la riunione del Comitato Nazionale di Sicurezza, che sarà presieduto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Durante il briefing, che si terrà al Viminale, il Governo verrà informato dei fatti di Bruxelles e vaglierà le relazioni dei nostri servizi di intelligence in merito a eventuali rischi per il nostro Paese. Non è ancora chiaro quando sarà convocato il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, che sarà chiamato a esaminare i possibili rischi derivanti da un attacco di matrice fondamentalista.

Come fatto in occasione degli attentati di Parigi, il Governo si muoverà nel solco della “prevenzione come metodo per la diminuzione del coefficiente di rischio”. Molto probabilmente l’allerta sarà portata al secondo livello, “che prevede la possibilità di attivare in maniera rapida i reparti speciali delle forze dell'ordine e di ottenere l'immediato intervento delle forze speciali dell'esercito” in caso di necessità. Ricordiamo che il “terzo livello” si attiva solo in caso di attacco diretto.

Anche in questo caso, non si esclude che il ministro dell’Interno comunichi ai prefetti la necessità di convocare i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica.

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