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Cosa succede nel Regno Unito e perché sono scoppiate le rivolte contro la comunità musulmana e gli immigrati

Le proteste che stanno travolgendo il Regno Unito da ormai una settimana, organizzate da gruppi di estrema destra, si sono originate dopo che su un terribile caso di cronaca sono state diffuse fake news e sono state fomentate posizioni xenofome e islamofobia. Il premier Starmer ha promesso la linea dura.
A cura di Annalisa Girardi
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Da giorni ormai il Regno Unito è travolto da violenze e proteste contro la comunità immigrata e la popolazione musulmana. È passata una settimana dalla tragica uccisione di tre bambine a Southport e gruppi di estrema destra, alimentando razzismo e disinformazione, continuano a mettere a ferro e fuoco diverse città nel Paese, scontrandosi con la polizia. Quando un ragazzo è stato arrestato con l'accusa di triplice omicidio, notizie false sulla sua fede e provenienza – sui social media si è iniziato a scrivere che fosse un immigrato musulmano, quando si tratta invece 17enne nato a Cardiff, in Galles, da genitori originari del Ruanda – hanno innescato le rivolte, che stanno prendendo di mira la comunità musulmana e i richiedenti asilo in particolare. In diverse città sono state vandalizzate le moschee ed è stato preso d'assalto un albergo dove si pensava che alloggiassero dei profughi. Centinaia di persone sono state arrestate e il premier britannico Keir Starmer, eletto poche settimane fa, ha messo in chiaro che "non saranno tollerati gli attacchi alle moschee o alla nostra comunità musulmana".

Cosa sta succedendo nel Regno Unito: Keir Starmer condanna le rivolte razziste

Da anni il Regno Unito non si trovava a fronteggiare riots – rivolte violente, in inglese – del genere. Dopo Southport i disordini sono scoppiati anche a Londra, Bristol, Belfast, Manchester e in diverse altre città come Sunderland, Rotherham e Plymouth. "Queste non sono proteste, è pura violenza", ha detto Starmer parlando alla nazione e annunciando di voler schierare un esercito di agenti per far fronte alle proteste. "Vi garantisco che vi pentirete di aver preso parte ai disordini", ha aggiunto il premier.

"Queste non sono proteste, è violenza di estrema destra"

Il governo ha anche annunciato di voler estendere gli orari dei tribunali per affrontare rapidamente la situazione. Sarebbero oltre 400 le persone arrestate. La ministra della Giustizia, Heidi Alexander, ha annunciato di aver creato 500 posti aggiuntivi nelle carceri britanniche, assicurando che chi sta organizzando e partecipando alle violenze avrà "un posto in prigione ad aspettarlo".

"Queste non sono proteste – ha ribadito Starmer – è delinquenza organizzata e violenta, che non ha alcuno spazio per le nostre strade o online". Per poi ribadire di voler chiamare le cose con il loro nome: "far-right thuggery", in italiano diremmo "delinquenza di estrema destra".

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La disinformazione e l'odio che hanno scatenato le rivolte

Molte delle proteste sono state organizzate attraverso piattaforme online, da gruppi di estrema destra che hanno diffuso e alimentato la disinformazione all'indomani della tragedia di Southport, raccontando che il 17enne arrestato fosse un immigrato musulmano. Hanno iniziato a diffondere razzismo e islamofoba online, incuranti del fatto che la polizia avesse escluso la pista terroristica e avesse precisato di aver fermato un giovane nato in Galles, per innescare le proteste. E dalla rete si è presto passati alle strade. Gli estremisti di destra hanno dato fuoco alle auto, rotto finestre e vetrine, saccheggiato, attaccato edifici dove pensavano ci fossero richiedenti asilo, vandalizzato moschee e cercato lo scontro con gli agenti di polizia.

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Le reazioni di Nigel Farage e Elon Musk

Mentre Starmer ha condannato chiaramente le violenze e la loro origine, il leader del partito populista di estrema destra Reform UK, Nigel Farage, ha detto che le proteste sono state "una reazione alla paura, al disagio, alla tensione che c'è la fuori e che è condivisa di decine di milioni di persone". Le parole di Farage, che ha anche aggiunto di non sostenere la violenza o la delinquenza nelle strade, hanno innescato le polemiche. Ma non sono state le uniche critiche a Starmer.

Anche il patron di X Elon Musk è intervenuto su quanto sta accadendo. Prima ha commentato un video delle violenze e dei disordini scrivendo che "la guerra civile è inevitabile" – frase subito condannata sia dal portavoce del premier laburista e anche dalla ministra Alexander, che l'ha definita "irresponsabile" – per poi rispondere direttamente al videomessaggio in cui Starmer assicurava che non sarebbero stati tollerati attacchi contro la comunità musulmana chiedendo, provocatoriamente: "Non dovresti preoccuparti degli attacchi contro tutte le comunità?".

Il ruolo dei social, tra odio online e fake news

Tutto questo avviene mentre un altro membro del governo britannico, Peter Kyle, il ministro per la Tecnologia, chiede ai giganti del web come Meta, Google e anche X di collaborare in questo difficile momento per contrastare la diffusione della disinformazione e dell'odio online sulle loro piattaforme social. Slogan xenofobi e di odio verso la comunità musulmana, però, continuano a fomentare le rivolte.

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