Cosa succede in Libano dopo i raid israeliani: “Nessuno si aspettava un’escalation così rapida e violenta”
"Non ci aspettavamo una escalation di questo tipo, dall'esplosione dei dispositivi elettronici ad oggi è accaduto tutto in maniera così rapida e imprevedibile. Non pensavamo che si sarebbe arrivati a questo tipo di violenza e di intensità". A parlare, mentre si trova nel suo ufficio a Beirut, è Maurizio Ranieri, responsabile in Libano per l'organizzazione internazionale "WeWorld". Si trova in Libano dal 2006 e da due giorni vive in prima persona gli effetti dei raid israeliani che stanno colpendo il sud del Paese.
"Quando è arrivato l'annuncio da parte dell'Idf abbiamo subito richiamato i colleghi che si trovavano nei territori – racconta Ranieri a Fanpage.it – e poco dopo sono iniziati i primi bombardamenti. Noi stiamo bene, la zona dove ci troviamo di Beirut è sicura, ma alcuni nostri colleghi libanesi sono tra i numerosi sfollati".
L'organizzazione internazionale al momento sta cercando di coordinarsi con le altre realtà e con l'Onu per dare soprattutto un supporta alla popolazione rimasta senza casa: "Serve tutto, le persone sono uscite lasciando qualsiasi cosa dentro le abitazioni. Hanno bisogno di cibo, acqua, e tutti i generi di prima necessità", ha aggiunto.
Le parole di Netanyahu ai civili libanesi
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato in una consultazione sulla sicurezza e sugli attacchi in Libano: "Non togliere il piede dal gas". Non solo, in una dichiarazione pubblica il leader di Tel Aviv si è rivolto alla popolazione civile libanese invitandola a mettersi in salvo: "Per favore, toglietevi subito dai guai. Una volta terminata la nostra operazione, potrete tornare sani e salvi alle vostre case", ha detto Netanyahu in un video poco dopo che l'esercito israeliano aveva annunciato di aver colpito centinaia di obiettivi di Hezbollah in Libano.
Nel frattempo la Farnesina ha invitato i nostri connazionali a lasciare il Libano. Il sito Viaggiare Sicuri ha pubblicato un avviso: "Considerata la volatile situazione di instabilità e l'eventualità che si acuiscano ulteriormente le tensioni regionali, si ribadisce l'invito ai connazionali a rinviare i propri viaggi in Libano".