Cosa succede in Francia e perché il governo Barnier rischia la sfiducia dopo solo due mesi
Il governo di Michel Barnier, 73enne dei Repubblicani (centrodestra) e un lungo passato da commissario europeo, potrebbe cadere dopo poco più di due mesi di mandato. Entrato in carica il 22 settembre, ora l'esecutivo si trova davanti l'opposizione della maggior parte dei parlamentari. Non solo la sinistra del Nuovo fronte popolare, che dopo un successo inaspettato alle elezioni di luglio si è trovata all'opposizione, ma anche l'estrema destra del Rassemblement national si è schierata contro il premier. Nelle prossime ore dovrebbero arrivare le mozioni di sfiducia, che potrebbero essere votate già mercoledì.
Come è nato lo scontro che potrebbe far cadere il governo Barnier
Il governo, partito con una base politica piuttosto debole (in Parlamento doveva basarsi sull'appoggio del Rn di Marine Le Pen, che però non esprime alcun ministro), si è subito distinto per le posizioni di austerità fiscale ed economica. Dopo settimane di tensioni e concessioni, il ‘pretesto' per lo scontro politico è arrivato dal disegno di legge di bilancio, o meglio dalla legge per il finanziamento della previdenza sociale.
Il testo era atteso ieri pomeriggio in Parlamento. Tuttavia, all'ultimo l'esecutivo ha fatto una leggera modifica al testo (venendo incontro a una richiesta del Rassemblement national sui rimborsi dei farmaci) e poi ha deciso di fare ricorso all'articolo 49.3 della Costituzione. Questo consente al governo di adottare una legge anche senza passare dal Parlamento, ed era stato usato per approvare i bilanci francesi negli ultimi due anni.
"I francesi non ci perdonerebbero di preferire gli interessi particolari all'avvenire della nazione", ha affermato Barnier, che nelle ultime settimane ha cambiato diverse volte le norme contenute nella legge per trovare un compromesso con Le Pen. "Siamo giunti ad un momento di verità che pone ognuno dinanzi alle proprie responsabilità", ha aggiunto. Ma i partiti non hanno apprezzato la sua posizione.
Come funziona la sfiducia in Francia
La Costituzione recita che la legge adottata in questo modo si considera approvata "salvo il caso in cui una mozione di sfiducia (in francese "censure", ndr), presentata nel termine di ventiquattro ore, venga votata". Perciò, adesso si attendono le mozioni. Rn ha già annunciato che le voterà anche insieme alla sinistra "a meno di un miracolo dell'ultimo minuto", come ha scritto il suo presidente Jordan Bardella sui social.
Dalla sinistra sono arrivati attacchi pesanti: "Di fronte a questa ennesima negazione della democrazia, sfiduceremo il governo. Michel Barnier passerà alla storia come l'uomo con il mandato più breve", ha dichiarato in Aula la deputata Mathilde Panot, capogruppo di La France Insoumise (formazione di Jean-Luc Mélenchon).
L'ultima volta che un governo francese è stato sfiduciato con questo meccanismo era il 1962, a guidarlo era Georges Pompidou. E se Barnier dovesse cadere domani, il suo sarebbe il governo più breve della Quinta repubblica. L'elettorato francese, storicamente, non ha apprezzato l'utilizzo delle mozioni di sfiducia. Ma ora i numeri sembrano esserci: servono 288 voti per la sfiducia, e unendo Rn e il Nuovo fronte popolare potrebbero essercene oltre 300. La votazione potrebbe arrivare già domani, mercoledì 4 dicembre.
Perché Marine Le Pen e il Rn hanno il ruolo più importante
Come detto, il ruolo cruciale è quello del Rassemblement national. Il partito di estrema destra è esterno al governo, ma finora è stato cruciale per garantire i numeri in Parlamento all'esecutivo, che altrimenti sarebbe in minoranza. Il Rn ha deciso di sostenere Barnier per sfruttare la propria posizione di ‘ago della bilancia', dato che la sinistra aveva rifiutato categoricamente di appoggiarlo.
Ora però l'equilibrio sembra essersi rotto. Il disegno di legge di bilancio no ha ottenuto i consensi dell'estrema destra. A meno di svolte o accordi dell'ultimo momento, sembra che si vada verso una votazione in cui la destra appoggerà la mozione di sfiducia della sinistra e viceversa.
A quel punto la Francia si troverà a dover approvare una legge di bilancio durante una crisi di governo. Senza la norma varata oggi dal governo, ha insistito il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin, "il deficit dei conti legati alla spesa sociale raggiungerebbe circa 30 miliardi di euro il prossimo anno". L'ex premier macroniano Gabriel Attal ha invitato le opposizioni a non votare la sfiducia. Ma sembra improbabile che saranno le sue parole a persuadere la sinistra o l'estrema destra.