Cosa succede in caso di parità tra Kamala Harris e Donald Trump alle elezioni USA 2024
È stato fin da subito descritto come un esito estremamente incerto quello delle elezioni presidenziali Usa 2024. La sfida tra la candidata democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump è particolarmente combattuta, soprattutto in quegli Stati dove nessuno dei due può contare su una vittoria sicura.
Per diventare la nuova o il nuovo Presidente degli Stati Uniti, il numero 47 nella storia del Paese, Harris e Trump devono ottenere 270 voti del Collegio Elettorale, composto in totale da 538 Grandi Elettori. Visti i numeri e la situazione di equilibrio emersa dai sondaggi negli scorsi mesi, è possibile che entrambi ottengano 269 voti?
La risposta è: sì. Questa eventualità, infatti, è già avvenuta in passato nella storia statunitense in diverse occasioni: nel 1800, nella sfida tra Thomas Jefferson e John Adams, e nel 1824, quando si fronteggiarono Andrew Jackson e John Quincy Adams.
Nel caso in cui si dovesse ripetere si svolgerebbe una ‘contingent election'. Come stabilito dal 12esimo Emendamento, che regolamenta le elezioni negli Stati Uniti e che venne promulgato in seguito a quelle estremamente divisive del 1800, se nessun candidato ottiene la maggioranza dei voti, il nuovo Congresso, anch'esso rinnovato il 5 novembre e che dovrebbe prestare giuramento il 3 gennaio, voterà il Presidente. Il Senato sceglierà invece il Vice.
Una situazione di parità potrebbe verificarsi in base a diversi scenari. Nel caso in cui Donald Trump vincesse la Pennsylvania e la Georgia e Harris si aggiudicasse invece Wisconsin, Michigan, Arizona, Nevada, e anche solo un voto elettorale in Nebraska, che, come lo Stato del Maine, divide in Distretti congressuali i suoi elettori.
Entrambi i candidati potrebbero raggiungere la quota dei 269 voti elettorali anche se Harris riuscisse a conquistare tutti gli Stati vinti da Biden nella precedente elezione e il North Carolina e Trump ottenesse i voti di Michigan, Pennsylvania, Wisconsin e Nevada.
Se tutto ciò si verificasse, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti sarebbe chiamata a eleggere il Presidente, fra i tre candidati che hanno ricevuto più voti, per la prima volta dopo due secoli.
I rappresentanti di uno stesso Stato dispongono collettivamente di un solo voto e a quel punto basterà una maggioranza di 26 Stati per scegliere il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Tutto questo dovrebbe avvenire il prossimo 6 gennaio, quando il Congresso stabilirà che nessuno dei due candidati ha ottenuto la maggioranza.
Questa situazione potrebbe portare ipoteticamente anche alla coabitazione alla Casa Bianca di un Presidente democratico e un vicepresidente repubblicano o vice versa. Il Vice verrà infatti eletto da ogni membro del Senato che sarà chiamato a esprimere singolarmente la propria preferenza.