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Guerra in Ucraina

Cosa succede dopo che Putin annuncerà l’annessione delle aree ucraine in cui si sono svolti i referendum

Oggi alle 14 ora italiana Vladimir Putin firmerà l’annessione unilaterale delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia dove si sono svolti i “referendum farsa”. Il rischio è che si verifichi un’ulteriore escalation di violenza (anche con le armi nucleari).
A cura di Ida Artiaco
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Oggi, venerdì 30 settembre, il presidente russo Vladimir Putin annuncerà l'annessione alla Russia di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, le regioni ucraine sotto il controllo totale o parziale di Mosca, e in cui nei giorni scorsi si sono svolti i referendum.

Con una cerimonia al Cremlino, in programma alle 14 ora italiana, Putin firmerà nelle prossime ore l'annessione unilaterale delle regioni menzionate, in seguito alle votazioni ritenute illegali dalla comunità internazionale, Italia inclusa, che li ha bollati come "una farsa". Poi è previsto che lo zar faccia un discorso e un concerto di musica pop si svolgerà nella Piazza Rossa.

Secondo i risultati diffusi dalle autorità filo-russe al termine dello spoglio, tra l'87,05 e il 99,23% degli elettori nei territori parzialmente controllati dalle forze russe nell'Ucraina orientale e meridionale ha sostenuto l'annessione alla Russia.

Le regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia rappresentano circa il 15% dell'area totale dell'Ucraina, un'area grande più o meno quanto il Portogallo.

Cosa succederà a questo punto?

Lo scopo dei referendum nelle quattro regioni sotto il controllo parziale o totale di Mosca è quello di fermare la controffensiva ucraina.

Dichiarando i territori in questione come parte della Russia, il Cremlino potrà sostenere di essere minacciata nella sua integrità territoriale da Kiev, con lo spettro della minaccia di guerra nucleare sullo sfondo come risposta di difesa. In altre parole, in caso di attacco sui territori annessi, Mosca potrebbe reagire con tutti i mezzi a propria disposizione.

L'annessione potrebbe dunque portare ad una ulteriore escalation di violenza, anche sul campo di battaglia.

"Ora passiamo a una nuova fase di combattimenti come parte della Federazione Russa", ha avvertito il leader dei separatisti del Donetsk.

Intanto dal mondo occidentale è arrivata la condanna unanime dell'annessione. Non solo Usa. L'Unione Europea ha già varato un nuovo pacchetto di sanzioni che dovrebbe costare 7 miliardi di euro di entrate: "La Russia deve pagare per questa ulteriore escalation", ha attaccato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen sottolineando che l'Ue "non accetterà mai" l'esito dei "falsi referendum".

Anche il presidente del Consiglio uscente, Mario Draghi, ha fatto sapere ieri, dopo un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che l'Italia non riconoscerà mai i referendum illegali indetti dalla Federazione Russa e ha confermato il continuo sostegno da parte del Governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraina in tutti gli ambiti.

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