Cosa succede a Donald Trump e alle elezioni Usa dopo la condanna dell’ex presidente
È arrivata una storica condanna per Donald Trump: il primo ex presidente degli Stati Uniti ad essere condannato per un reato grave è stato ritenuto colpevole da una giuria di New York per tutti i 34 capi di imputazione legati al caso Stormy Daniels. La vicenda risale al 2016, quando Trump pagò l'attrice di film per adulti per mentire riguardo alla loro relazione. Le spese poi furono contabilizzate in modo fraudolento, per non far emergere il loro vero scopo.
Trump si è definito un "prigioniero politico" e ha subito lanciato una raccolta fondi in sua difesa – mandando in tilt il sito della sua campagna elettorale. Le conseguenze per lui potranno essere decise solo con la sentenza, ma una cosa è certa: potrà ancora correre alle elezioni di inizio novembre e cercare di essere nuovamente eletto presidente.
Cosa succede ora, le prossime tappe del processo
Al momento, il giudice Juan Merchan ha fissato un'udienza per stabilire la sentenza l'11 luglio. Per i reati per i quali è stato condannato, l'ex presidente potrebbe anche dover ricevere fino a 20 anni di carcere, o un lungo periodo di libertà vigilata. Al momento Trump resta in piena libertà.
Tuttavia, i suoi legali legali hanno fatto sapere che ci sarà un ricorso. L'appello negli Stati Uniti non è equivalente a quello italiano, poiché si richiede solo di rimediare a eventuali errori nelle procedure del primo grado che abbiano impedito di dimostrare l'innocenza dell'imputato. Sta di fatto che per ora il caso giuridico resta aperto. La condanna di primo grado è arrivata, ma prima che ci sia una sentenza è probabile che scatterà l'appello e i tempi si allungheranno. Non è garantito che il processo si chiuda prima delle elezioni in programma a novembre. Lo stesso vale per gli altri tre processi in cui l'ex presidente è coinvolto: visti i tempi, sembra difficile che si possa raggiungere un verdetto entro novembre.
Cosa cambia per Trump
Non c'è nessun dubbio che Donald Trump potrà comunque essere candidato alle elezioni presidenziali. Come hanno chiarito diversi esperti di diritto statunitense nelle ultime ore, infatti, la Costituzione degli Stati Uniti non prevede nessun divieto di candidarsi a chi ha subito condanne, anche per reati gravi. Gli unici limiti sono di età (almeno 35 anni), di cittadinanza e di residenza (bisogna vivere negli Usa da almeno 14 anni). Neanche i singoli Stati hanno il potere di escludere Trump dalle schede elettorali (neanche per il suo ruolo nell'assalto a Capitol Hill, come aveva stabilito la Corte suprema a marzo).
Ciò che potrebbe succedere, invece, è che Donald Trump non abbia il diritto di votare. Formalmente l'ex presidente è residente in Florida, dove le leggi riguardo al diritto di voto sono molto severe per chi ha una condanna criminale: può tornare ad esercitarlo solo al termine della sua detenzione o libertà vigilata, e dopo aver pagato tutte le sanzioni e le spese legali.
Tuttavia, la condanna di Trump è arrivata nello Stato di New York, e in questi casi la Florida stabilisce che si applichino le norme dello Stato in cui si è svolto il processo. A New York, grazie a una riforma del 2021, chi ha subito una condanna può votare appena uscito dal carcere, anche se deve ancora passare del tempo in libertà vigilata. Dunque, Trump potrebbe essere impossibilitato a votare in Florida solo se si trovasse in prigione nel momento in cui si svolgono le elezioni. Date le incertezze sulle tempistiche del processo, e anche sull'eventuale condanna, per ora è impossibile prevedere se questo accadrà.