Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Cosa sta succedendo in Medio Oriente tra Israele, Libano e Iran

Ieri sera i missili iraniani hanno colpito diverse città di Israele. Nel mentre sono proseguite le operazioni militari israeliane contro Hezbollah in Libano, tra bombardamenti e incursioni. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo in Medio Oriente.
A cura di Giulia Casula
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“Chiunque ci attacchi noi l’attaccheremo”. Sono le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo che ieri sera una pioggia di missili iraniani ha colpito diverse città di Israele.

Nel mentre continuavano le operazioni militari in Libano, con le truppe israeliane che ne invadevano una parte di territorio. Ma perché l’Iran ha attaccato Israele e cosa potrebbe succedere ora in Medio Oriente? 

Perché Israele ha attaccato il Libano

Proviamo a fare un passo indietro. Nelle ultime due settimane Israele ha ripetutamente colpito il Libano con l’intento di smantellare Hezbollah, il movimento sciita libanese, prezioso alleato militare dell’Iran e soprattutto sostenitore della causa palestinese, al punto di rendersi protagonista di diversi attacchi missilistici contro Israele in risposta alle operazioni militari di Tel Aviv a Gaza.

Nelle settimane si sono intensificati gli attacchi dell’esercito israeliano contro le postazioni di Hezbollah in Libano. Il 17 settembre, c’è stata l’esplosione di centinaia di cercapersone e walkie talkie in dotazione ai membri di Hezbollah, che ha causato migliaia di feriti e diversi morti, segnando di fatto l’inizio di una nuova fase del conflitto (anche se, va precisato, non c’è stata alcuna rivendicazione diretta dell'episodio da parte dell’autorità israeliana).

Nei giorni successivi Israele ha cominciato ad attaccare i depositi aerei dell’organizzazione paramilitare a sud del Libano allo scopo di disintegrarne la capacità militare. Per la prima volta dopo anni l’esercito israeliano ha bombardato il centro cittadino di Beirut causando decine di morti tra la popolazione e migliaia di sfollati. Secondo i numeri forniti dal ministero della Salute del Libano inoltre, più di mille persone, di cui almeno un centinaio di bambini, sono rimasti vittima degli attacchi israeliani.

I bombardamenti contro il quartier generale di Beirut sono culimati con l’uccisione del leader del movimento Hassan Nasrallah, alla guida dal 1992, che segue di fatto l’assassinio di quasi tutta la linea di comando di Hezbollah.

L’avvio delle operazioni militari di terra in Libano ha definitivamente decretato l’allargamento del conflitto in Medio Oriente. Le forze di difesa israeliane hanno parlato di “raid limitati e mirati” contro le postazioni di Hezbollah, ma nei fatti si è trattato della prima incursione di Tel Aviv nel Paese dal 2006, cioè dall’ultima guerra combattuta tra Israele e Hezbollah.

L'intervento dell'Iran e il legame con Hezbollah

Questa operazione ha determinato l’intervento iraniano. Come detto, l’Iran è legata a Hezbollah da accordi militari e da una comune appartenenza religiosa che ha negli anni lo ha partner privilegiato di Teheran.

L’Iran ha deciso di intervenire e di rispondere agli attacchi degli scorsi giorni con un’ondata di missili balistici che hanno colpito diverse città israeliane. Quasi tutti sono stati intercettati e abbattuti dai sistemi di difesa aerea israeliana e statunitense. Da Gerusalemme a Tel Aviv, le sirene d’allarme hanno esortato i cittadini a recarsi immediatamente nei rifugi. “Una risposta decisiva all'aggressione israeliana", l’ha definita il presidente di Teheran, Masoud Pezeshkian.

A Jaffa, città a sud di Tel Aviv, almeno 6 persone sono rimaste uccise in una sparatoria che si ipotizza essere stato un vero e proprio atto terroristico. 

Ora che la temuta escalation sembra essere arrivata, ci si chiede quale sarà la risposta di Israele a tutto questo. Gli scenari sono diversi. Secondo il New York Times, Netanyahu potrebbe decidere di bombardare le basi militari iraniane, come avvenuto lo scorso aprile dopo l’attacco di Teheran. Oppure, nell'ipotesi peggiore, colpire il programma iraniano sul nucleare. Se così fosse, le conseguenze potrebbero essere disastrose.

Che cosa ha deciso il governo Meloni sui militari italiani in Libano

In Italia, si teme soprattutto per la sicurezza dei nostri militari impegnati nella missione Unifil dell’Onu. Dal 2006 i caschi pattugliano la cosiddetta “Blue line”, la linea di demarcazione tra Libano e Israele tracciata dalle Nazioni Unite e ufficialmente riconosciuta dai due Paesi.

Giorgia Meloni ha convocato un vertice d’urgenza a Palazzo Chigi per discutere della situazione in Medio Oriente e del possibile ritiro del contingente nazionale. Per ora nessuna decisione ufficiale è stata presa, ma anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che “nonostante i rischi per i militari italiani non siano aumentati”, il pericolo di “eventuali incidenti non può essere escluso”.

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