video suggerito
video suggerito
Guerra in Ucraina

Cosa sta succedendo al fronte in Ucraina, l’esperto militare: “I russi potrebbero arrivare ovunque”

L’intervista di Fanpage.it all’esperto militare Glen Grant, ex consigliere di Kiev: “La situazione sul fronte è peggiore di quanto affermino i comandi militari. Gli aiuti Usa potrebbero arrivare tardi”. E comunque, “in prima linea c’è più bisogno di granate che di Atacms”.
A cura di Riccardo Amati
113 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"C’è differenza tra morale e stanchezza", dice Glen Grant al telefono da un caffè nel centro di Kyiv. Spiega che nessuno cammina a testa bassa, nella Capitale ucraina. "Le persone lavorano, guidano e camminano come se niente fosse: oltre la vetrina, vedo esattamente quello che vedrei in qualsiasi capitale europea". Il problema non è il morale. "Uno può avere il morale alto ma essere sfinito fisicamente o mentalmente". Gli ucraini oggi si sentono così, secondo il colonnello britannico a riposo.

Grant è stato il primo advisor del ministero della Difesa di Kyiv dopo l’inizio delle ostilità in Donbass nel 2014 e ha poi continuato a consigliare diverse istituzioni ucraine come esperto del settore difesa. Attualmente, tiene corsi di strategia alla Business School dell’università di Riga.

La spossatezza — nota Grant — è evidente al fronte, dove "le cose si stanno mettendo proprio male", afferma Grant. Una rotta potrebbe essere imminente. Non perché i russi stiano conducendo chissà quale offensiva ma perché "i soldati ucraini mancano non solo di armi e munizioni ma anche dell’equipaggiamento basico essenziale per la prima linea". La rottura del fronte "consentirebbe ai russi di spostare le loro truppe e arrivare ovunque in Ucraina, e Odessa potrebbe essere un obiettivo".

L’esperto di guerre non si aspetta che i nuovi aiuti Usa arrivino in fretta. Né che una volta arrivati cambino di molto le cose: "L’arrivo di armi e munizioni è importante, ma gli Atacms non serviranno alla fanteria, che sta affrontando un numero preponderante di nemici e non può più contare nemmeno sui rifornimenti del materiale più banale. In linea contano i numeri, le bombe a mano, i lancia-granate, i visori notturni, mica i missili ad alta tecnologia".

Col. Glen Grant (Facebook).
Col. Glen Grant (Facebook).

Colonnello, il Capo di stato maggiore ucraino Oleksandr Syrskyi ha ammesso che le cose peggiorano e Mosca guadagna terreno. Lei come la vede?

"La situazione si è davvero molto deteriorata negli ultimi giorni. Le forze ucraine sono superate in numero in modo sempre più evidente, perché la Russia sta buttando sul fronte sempre maggiori riserve".

Nel riconoscere le difficoltà, gli alti comandi ucraini ripetono che la situazione è comunque sotto controllo. È un un modo per mitigare la una realtà?

"La narrativa degli alti comandi è edulcorata. La realtà è che nessuno è più in controllo di niente. Come quasi sempre succede in guerra. Detto questo, è difficile prevedere se i soldati ucraini (Grant, da buon colonnello inglese, li chiama “boys”, ovvero ragazzi, ndr) continueranno ad indietreggiare o terranno più a lungo le posizioni. Credo che ci vorranno un paio di settimane, per capire cosa davvero sta succedendo. Tutto sta nella possibilità che vengano riforniti, e in fretta. Se ciò non succederà, dovranno arretrare ancora. Non è questione di coraggio o altro. Si tratta solo di potenziale bellico".

Quanto è importante Krasnohorivka, sul quadrante del Donbass? Ospita un centro operativo dell’esercito di Kyiv e i russi sono ormai alle porte della città…

"È importante. Ma tutti i settori del fronte a rischio sfondamento sono importanti. Per ogni villaggio che cade, i russi hanno una possibilità in più per procedere verso ovest e nord-ovest, le direzioni della loro avanzata".

Stiamo assistendo ai prodromi di un’offensiva definitiva da parte dei russi?

"Non esistono “offensive principali”: la Russia cerca il successo. Ovunque si possa ottenere un successo, lì si concentra l’offensiva. Se non passano, provano da un’altra parte. La dottrina militare russa è così".

In politica estera Mosca lo chiama “opportunismo costruttivo”. I soldati di Putin potrebbero puntare a occupare Odessa, mettendo sotto scacco l’Europa?

"Tutto è possibile, se avviene uno sfondamento del fronte. Odessa è lontana e ci sarebbero molti territori da conquistare. Ma di fronte a un’eventuale rotta ucraina sul fronte orientale, i russi potrebbero spostare le loro truppe dove vogliono e raggiungere ogni luogo. Compresa Odessa".

L’aggressività russa è aumentata? Si gioca in anticipo, prima che arrivino i nuovi aiuti militari americani per Kyiv?

"Non possono essere più aggressivi di così. Stanno impegnando tutto il loro potenziale bellico. Forse preparano anche qualcos'altro di cui non siamo a conoscenza. Ma con quello che hanno in questo momento in prima linea sono tanto aggressivi quanto è a loro possibile. E gli sta andando bene. Soprattutto a causa della mancanza di artiglieria da parte ucraina. Non puoi combattere una battaglia di fanteria in gruppi di venti o trenta soldati contro migliaia di nemici, se non hai un supporto di fuoco determinante".

Il pacchetto di aiuti da 61 miliardi varato dagli Stati Uniti dovrebbe garantire nell’immediato armi per 12 miliardi a Kyiv. Il resto, forse, in seguito. Le armi in arrivo subito basteranno?

"Chi pensa che davvero possano arrivare armi e munizioni per 12 miliardi nel giro di una settimana è un illuso e non sa niente di logistica militare. Semplicemente, non esistono abbastanza aerei da trasporto nel mondo intero, per rendere possibile un rifornimento del genere. Non basterebbero nemmeno per la metà. Gli americani sono bravissimi, nella logistica. Ma l’unico modo che hanno per far arrivare gli aiuti sul fronte ucraino è di svuotare i loro magazzini in Polonia. E organizzare un ponte aereo con l’Ucraina. Però, la cosa più urgente è il munizionamento. Le munizioni sono tante e pesano molto. Serviranno molti voli. Sarei sorpreso se si vedesse anche un minimo effetto dei nuovi aiuti Usa prima delle prossime tre settimane".

I nuovi aiuti americani sono comunque un game changer ? Possono cambiare le sorti della guerra?

"Sono semmai un game holder. Il gioco resterà quello che già vediamo".

Perché?

"Perché i nuovi aiuti non prevedono in misura sufficiente sistemi d’arma che i soldati (“boys”, ndr) possano utilizzare immediatamente per causare danni al nemico. Ricordiamoci che il problema delle forze ucraine è la carenza di personale rispetto alle forze russe. L’unica alternativa è l’artiglieria. Tanta artiglieria con tante munizioni. E nemmeno questo, nel caso davvero artiglieria e munizioni arrivassero presto, sarebbe sufficiente. I ragazzi al fronte sono stanchissimi e hanno bisogno di tutti gli strumenti di base della fanteria persi giorno dopo giorno durante le battaglie. Parlo di visori notturni, binocoli, equipaggiamento vario. Tutto quello che si perde o si usura in combattimento. Non hanno rifornimenti veri e propri da otto o dieci mesi".

Sta dicendo che i soldati ucraini hanno più bisogno di banale equipaggiamento che di missili Atacms?

"In prima linea servono le cose basiche. Munizioni, lanciagranate, bombe a mano. Più degli Atacams, certo".

Ma i missili tattici a corto raggio possono colpire le riserve nemiche e frenare la capacità di azione dei russi. Come può dire che non sono utili?

"Gli Atacms sono utilissimi e possono distruggere di tutto. Ma non renderanno in alcun modo più efficiente la fanteria. Tutti parlano di armi strategiche come gli aerei da combattimento F-16, i missili Atacms e i lanciarazzi Himars. Ma in linea si ha bisogno di equipaggiamento base e di uomini addestrati. I numeri contano più della tecnologia. Che effetto può mai avere un Atacms su un fronte di centinaia di chilometri su cui sono dispiegati 80mila uomini?".

Non fermerebbe i russi?

"I russi, meglio equipaggiati e riforniti, continuerebbero ad avanzare. Anche perché ai loro comandanti non importa subire perdite. Non gli importa se i soldati muoiono. È da sempre la tattica russa. Invece, gli ucraini non possono permettersi ulteriori perdite pesanti. Ne hanno già avute troppe, di perdite. A causa anche di decisioni militari sbagliate e di una leadership scadente".

L’Ucraina è efficiente nel gestire l’aiuto militare occidentale?

"Sono bravissimi a far funzionare le cose. Ingegneri eccellenti. Ma non serve a molto se mancano i pezzi di ricambio. E non sempre è possibile costruirli in proprio. Soprattutto se si tratta di armi sofisticate, si finisce per dipendere dalla casa produttrice per rifornimenti che arrivano tardi. Quando arrivano. Inoltre, le forze armate ucraine difettano nel combat maintenance system".

Ovvero?

"Possiamo definirla ‘manutenzione anticipata’: non riescono programmare bene la manutenzione e quindi devono spedire in Polonia, Germania o Lituania per le riparazioni. Ci vuole tempo. E ciò riduce la disponibilità sul fronte degli armamenti".

E la corruzione? Resta un problema, nella gestione degli aiuti militari?

"È certamente un problema. Kyiv cerca di combatterla. Paradossalmente, a volte è difficile rimuovere i sospetti perché non si sa chi mettere al loro posto. Si teme di perder il tempo necessario a un sostituto per padroneggiare lavoro e procedure. È comunque un problema molto minore rispetto alla corruzione che affligge la parte russa, in questa guerra".

Qual’è il maggior problema nelle istituzioni politiche, in Ucraina?

"Il Parlamento è altamente disfunzionale. Sarà anche perché ci sono molti parlamentari pro-Cremlino, ma è estremamente farraginoso e lento nei processi legislativi. Sono stati cacciati alcuni politici corrotti. Ma altri rimangono e se ne fregano dei sospetti nei loro confronti. Fatto sta che si bloccano leggi per un nonnulla. È un guaio, per un paese in guerra".

Come descriverebbe l’umore attuale degli ucraini?

"Sono rattristati dalla risposta lenta dell’Occidente e dell’America alle loro richieste di aiuto. Nel processo, diventano più cinici. Si sentono piuttosto isolati. E sono stanchi. Come un maratoneta ai 20 chilometri, quando si inizia ad andare oltre la fatica. La stanchezza della guerra è dappertutto".

I propagandisti del Cremlino stanno di nuovo agitando lo spettro del nucleare. “Useremo le atomiche se truppe NATO interverranno in Ucraina”, ha detto in tv il capo del maggior gruppo editoriale di Stato, Dmitry Kiselyov. Lo farebbero davvero?

"È solo propaganda. Il Cremlino ha paura di uno scenario del genere e cerca di spaventare il mondo. Ma non lo farebbero mai. Non hanno nemmeno le capacità per farlo. L’utilizzo di armi nucleari tattiche sul terreno significherebbe far fuori anche le truppe russe. Ora poi che stanno vincendo, credo proprio che la cosa non gli passi nemmeno per la testa".

Ma schierare truppe NATO sarebbe comunque estremamente pericoloso…

"Ritengo invece che l’Occidente farebbe bene a minacciare un intervento diretto. A far capire che è una possibilità concreta. Schierare personale militare NATO davanti Kyiv e Odessa, per esempio, avrebbe molto senso. Come un cordone sanitario, non per combattere. I militari occidentali sarebbero certamente bombardati dai russi. Ma ci sono i bunker, per difendersi da questo. Mosca, davanti a truppe NATO sul terreno, potrebbe davvero decidere di fermarsi. Altro che atomiche".

113 CONDIVISIONI
4473 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views