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Cosa sta succedendo ad Haiti: strade ed edifici in mano alle bande armate, Usa e Ue evacuano personale

Haiti è sull’orlo di una guerra civile dopo che nei giorni scorsi le bande armate del Paese caraibico, che controllano l’80% di Port au Prince, hanno assaltato il ministero dell’Interno, le carceri e le stazioni di polizia. Gli Usa hanno evacuato il personale dell’ambasciata.
A cura di Ida Artiaco
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È caos ad Haiti, sull'orlo di una guerra civile, al punto che gli Stati Uniti sono stati costretti ad evacuare il personale dell'ambasciata, mentre Port au Prince, controllata all'80% dalle bande criminali, somiglia sempre di più a un campo di battaglia.

Il trasferimento dei cittadini americani è avvenuto in elicottero. L'ambasciata resta aperta nella Capitale ma con la sicurezza rafforzata grazie ai marines, mentre il premier haitiano Ariel Henry è stato dichiarato persona "non grata" da Abinader, presidente della vicina Repubblica Domenicana che ha anche chiuso il confine terrestre con Haiti attuando restrizioni alla circolazione di merci. Al momento si trova in Portorico sotto la protezione di Washington.

Anche l'Ue ha evacuato tutto il suo personale diplomatico da Haiti a causa del "drammatico deterioramento della situazione della sicurezza". Lo ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea, precisando che "al momento abbiamo rimosso e spostato, evacuato tutto il personale dell'Ue da Haiti".

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La situazione già difficile è degenerata alla fine della scorsa settimana, dopo che i penitenziari del paese sono stati assaltati e i detenuti liberati. Le bande criminali armate hanno attaccato e dato alle fiamme il ministero degli Interni, hanno preso sotto controllo varie stazioni di polizia e hanno cercato di prendere il controllo della Corte Suprema. Anche l'aeroporto è stato preso di mira e quasi tutti i voli in entrata e in uscita dal Paese sono stati cancellati.

Alla base di ciò, secondo una serie di esperti interpellati dall’Associated Press, ci sarebbe la crescente dipendenza dei governanti haitiani dalle bande di strada. Da decenni Haiti non ha un esercito permanente o una forza di polizia nazionale solida e ben finanziata. Gli interventi delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti ci sono stati, ma ad intermittenza e senza una solida tradizione di istituzioni politiche i leader locali hanno utilizzato i civili armati come strumenti per esercitare il potere. Per cui adesso lo Stato è diventato debole e le bande criminali stanno subentrando per prenderne il posto.

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Solo nel 2023 proprio le bande criminali avevano messo in atto una strategia di violenza causando la morte di 4mila persone, a cui si sono aggiunti migliaia di rapimenti e violenze sessuali. Altre 350mila persone sono state sfollate, il servizio sanitario è al collasso e i servizi di base, come l'acqua potabile, sono ormai inaffidabili. Ad oggi, come ricorda Ispi, oltre 5 milioni di haitiani necessita di assistenza umanitaria.

A capo delle bande criminali pare sia emerso il nome di Jimmy Chérizier, un ex ufficiale di polizia noto per metodi brutali e conosciuto come Barbecue, così chiamato per la sua tendenza a bruciare persone vive, anche se lui sostiene venga dal ristorante di pollo fritto della madre. Chérizier, ex poliziotto di 46 anni, nei giorni scorsi in una intervista alla tv nazionale ha chiesto al primo ministro Herny di dimettersi altrimenti sarebbe di nuovo scoppiata la guerra civile.

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Per risolvere la questione il segretario di Stato americano Antony Blinken si recherà oggi in Giamaica per un incontro con i capi di governo dei Caraibi. "Il Segretario Antony J. Blinken si recherà oggi a Kingston, in Giamaica, per partecipare alla riunione di alto livello su Haiti convocata dalla Conferenza dei Capi di Governo della Comunità dei Caraibi (Caricom)", si legge in comunicato ufficiale. Blinken discuterà una proposta sviluppata con le parti interessate della Caricom e di Haiti per accelerare una transizione politica nel Paese caraibico. Si tratta della creazione di un collegio presidenziale indipendente e del dispiegamento di una forza di sicurezza multinazionale per riprendere il controllo del paese assediato da bande armate dopo che il suo presidente è stato assassinato quasi due anni fa.

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