Dalla scorsa domenica 8 dicembre, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad in seguito all'avanzata dei ribelli, guidati dagli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), l'esercito israeliano (Idf) ha colpito con oltre 300 raid le basi dell'esercito siriano. Lo scopo delle operazioni militari, secondo le dichiarazioni ufficiali israeliane, sarebbe di impedire a “forze ostili” di impadronirsi delle armi in dotazione del deposto regime di al-Assad.
I militari israeliani hanno parlato di “distruzione sistematica” di quello che è rimasto dell'esercito siriano, ammettendo anche di essere entrati “in punti tattici nelle vicinanze”, e quindi oltre, la zona cuscinetto, stabilita nel 1974, sulle Alture del Golan.
I raid di Idf in Siria hanno colpito e distrutto i centri di ricerca scientifica di Kafr Sousa a Damasco, Barzeh (Ssrc), attaccato anche dagli Stati Uniti per la presunta presenza di “armi chimiche”, di Jamraya e Qudsaya vicino Damasco, a Salamiyah, nella periferia Est di Hama, l'aeroporto militare di Mazzeh e le navi militari nel porto di Latakia. E così il ministro della Difesa di Tel Aviv, Israel Katz ha parlato di un'“operazione su larga scala” in Siria che ha distrutto l'intera “flotta siriana”. Ha aggiunto che Idf creerà una “zona di difesa” nel Sud del paese.
Cosa sono le Alture del Golan
Le truppe israeliane sono entrate in territorio siriano oltre la zona demilitarizzata, definita dopo la guerra dello Yom Kippur (1973), occupando il versante siriano del monte Hermon e il villaggio di Kwdana. Le Alture del Golan sono un altopiano di 1800 km quadrati a 60 km da Damasco, occupato per i due terzi da Tel Aviv nel 1967 e annesso unilateralmente nel 1981, che separa Israele e Siria. Le Alture del Golan, dove vivono 20mila coloni israeliani in violazione del diritto internazionale, sono territorio siriano. Nel 2019, con Donald Trump al potere, gli Usa hanno riconosciuto unilateralmente l'annessione israeliana del Golan.
In base all'accordo, negoziato dall’Onu dopo la guerra dello Yom Kippur (1973), 400 km quadrati di questo territorio sarebbero stati sotto il controllo della missione Undof (Forza di disimpegno degli Osservatori delle Nazioni Unite). Ma la scorsa domenica per la prima volta in cinquant'anni, i carri armati e la fanteria di Idf sono entrati in Siria lungo la Linea Alpha, all'interno della zona cuscinetto.
Non solo. Idf avrebbe raggiunto la città di Qatana a Est e oltre la zona cuscinetto e non molto lontano (25 km) dall'aeroporto di Damasco, e 10 km all'interno del territorio siriano. E poi i continui raid aerei israeliani in Siria sono stati i più intensi da anni. Hanno colpito installazioni militari e basi aeree distruggendo decine di elicotteri e infrastrutture della Guardia repubblicana che garantiva la sicurezza nella Siria degli al-Assad.
Inizialmente l'esercito israeliano aveva smentito di aver superato la zona demilitarizzata e le autorità di Tel Aviv avevano assicurato di non volere entrare in conflitto con il nuovo governo siriano ad interim, guidato dal premier Muhammed al-Bashir, fedele al leader di Hts, Ahmed al-Sharaa, meglio conosciuto come Mohammed al-Jolani. Al-Bashir ha fatto sapere nel suo primo discorso dopo l'insediamento che il nuovo esecutivo scioglierà i “servizi di sicurezza” e perseguirà i funzionari responsabili di crimini e torture.
Dal canto suo, il primo ministro israeliano aveva definito come “temporanea” l'occupazione della zona cuscinetto nel Golan in un'operazione militare che avrebbe dovuto andare avanti per “alcuni giorni”. Eppure Netanyahu ha anche detto che le Alture del Golan appartengono a Israele “per l'eternità”.
Perchè Israele conduce operazioni militari in Siria
Le operazioni militari di Idf in Siria sono iniziate con gli avvisi di evacuazione o di rimanere in cper gli abitanti siriani dei villaggi di confine di Ofaniya, Quneitra, al-Hamidiyah, Samdaniya al-Gharbiyya e al-Qahtaniyah nei pressi della zona cuscinetto delle Alture del Golan.
Le aree agricole intorno alle Alture del Golan, occupate da Israele, sono state subito dichiarate aree militari chiuse mentre le lezioni in alcune scuole attive nell'area sono state sospese. Secondo l'Osservatorio per i diritti umani in Siria, “il piano di Israele è che la Siria abbia a disposizione solo armi semplici. Israele sta distruggendo ogni capacità militare presente e futura delle forze armate siriane”, si legge in una nota.
La caduta di Bashar al-Assad lo scorso 8 dicembre e l'uccisione nei raid israeliani su Beirut lo scorso 27 settembre del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, hanno indebolito sia la Siria sia il Libano, con il quale Tel Aviv ha avviato una tregua lo scorso 27 novembre, e favorito l'ingresso dell'esercito israeliano in Siria.
La condanna delle Nazioni Unite
L'inviato speciale delle Nazioni Unite, Geir Pedersen, ha condannato e chiesto la fine immediata dei “movimenti e dei bombardamenti israeliani in territorio siriano” perché sono in violazione con gli accordi del 1974. Pedersen ha anche ricordato che il conflitto in Siria non è finito e che continuano gli scontri nel Nord del paese tra i ribelli, che hanno occupato la città di Manbij, e le Forze siriane democratice (Sdf), guidate dai curdi.
Dal canto suo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sta lavorando a una dichiarazione dei suoi stati membri sulla Siria. Secondo l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, l'Onu stabilirà la necessità di “preservare l'unità territoriale” in Siria, assicurare la protezione dei civili e permettere la consegna di aiuti umanitari. Non è stata ancora discussa la possibilità di rimuovere Hts, con radici in gruppi jihadisti come lo Stato islamico (Isis) e al-Qaeda, dalle liste dei gruppi terroristici, tema al centro del dibattito politico anche in Gran Bretagna.
Mosca ha concesso alla famiglia al-Assad l'asilo politico dopo la loro fuga da Damasco in parallelo con l'avanzata dei ribelli e il ritiro delle forze armate siriane. Tuttavia, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere che non incontrerà l'ex presidente siriano che potrà dover rispondere di crimini contro l'umanità.
Le reazioni di Turchia, Qatar, Egitto, Iran e Arabia Saudita
Come avevano fatto Egitto e Giordania, anche le autorità saudite hanno duramente criticato le operazioni militari israeliane in Siria. I raid israeliani sono in “violazione dei principi del diritto internazionale e hanno lo scopo di sabotare le possibilità che in Siria torni la sicurezza, la stabilità e non si metta in discussione l'integrità territoriale”.
Da parte sua, il ministro degli Esteri del Qatar ha definito “inaccettabile” che Israele stia cercando di avvantaggiarsi della situazione in Siria continuando a violare la sua sovranità nazionale. Secondo le autorità del Qatar, a Doha sono aperti tutti i canali di comunicazione tra le fazioni impegnate in Siria. Della stessa natura, sono anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, che ha condannato la violazione dell'Accordo tra Siria e Israele del 1967. “In questo momento in cui è emersa la possibilità di arrivare alla pace, Israele mostra ancora una volta la sua mentalità di occupazione”, sono le parole usate da Fidan per criticare le manovre israeliane in Siria.
Anche il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei Hamaneh ha condannato “la ripetuta invasione” di Israele delle infrastrutture siriane e l'occupazione di altre parti del Golan siriano stigmatizzando anche il “sostegno a Israele da parte dei paesi occidentali” e il loro “silenzio e inazione” contro la violazione dell'Accordo del 1974.
Gaza senza tregua
Come se non bastasse, non si ferma neppure la guerra a Gaza. Negli ultimi raid di Idf che hanno colpito la Striscia sono stati uccisi 34 palestinesi nella sola giornata di martedì 10 dicembre mentre 25 sono i morti nei raid dell'esercito israeliano contro Beit Hanoun nel Nord e 7 a Rafah nel Sud della Striscia. Oltre 44mila, soprattutto donne e bambini, sono i morti nei territori occupati dallo scoppio della guerra lo scorso 7 ottobre 2023.
Da parte sua, il premier israeliano ha rimandato al mittente le accuse di corruzione nell'udienza che si è svolta sempre martedì in cui Netanyahu è stato chiamato a rispondere dei reati di frode e di aver accettato tangenti in tre diversi casi.
La conquista del potere in Siria da parte di Hts, che racchiude al suo interno anche gruppi jihadisti, ha innescato lo scorso 8 dicembre le operazioni militari israeliane in territorio siriano, a partire dalle Alture del Golan. Le autorità di Tel Aviv temono che un passaggio di poteri a gruppi di ribelli che appartengono alla galassia dell'islamismo politico, sul modello del partito di Erdogan in Turchia, possa implicare un atteggiamento più critico verso l'occupazione israeliana e le guerre di Tel Aviv in corso nella regione, come è avvenuto durante la presidenza dei Fratelli musulmani in Egitto (2012-2013). In realtà, mai come negli ultimi tre giorni, Israele ha potuto operare così liberamente in territorio siriano durante la presidenza di Bashar al-Assad, nonostante le sue continue dichiarazioni verbali a sostegno della causa palestinese.