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Cosa sappiamo sull’esplosione dei cercapersone in dotazione a Hezbollah tra Libano e Siria

I cercapersone esplosi tra Libano e Siria facevano parte di una nuova fornitura di dispositivi in mano ai miliziani di Hezbollah. Secondo i vertici, Israele avrebbe manomesso i cercapersone per farli esplodere simultaneamente.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nel pomeriggio di martedì 17 settembre si sono registrate diverse esplosioni tra Libano e Siria. A esplodere sono stati dei cercapersone usati dai membri di Hezbollah. Secondo le autorità sanitarie, le esplosioni hanno causato 3mila feriti e più di 10 morti. Dietro le esplosioni, secondo Hezbollah, c'è Israele, accusato della totale responsabilità degli attacchi. Secondo gli esperti sentiti dalla BBC, nei dispositivi si trovavano più di 10 grammi di esplosivo.

Stando a quanto riporta il Wall Street Journal, i cercapersone esplosi facevano parte di una nuova fornitura che l'organizzazione sciita libanese aveva appena ricevuto a basso prezzo. I dispositivi erano in dotazione in centinaia di centri operativi del gruppo. Non è comunque ancora chiaro cosa possa aver causato l'esplosione dei cercapersone.

Il governo israeliano nel frattempo ha tenuto una riunione d'emergenza. Il premier Benjamin Netanyahu ha negato tutte le accuse di Hezbollah e preso le distanze da un collaboratore che avrebbe lasciato intendere sui social che ci sarebbe Israele dietro l'ampio attacco coordinato.

I video dell'esplosione sono stati diffusi sui social network nelle ore immediatamente successive all'attacco. Nel primo filmato si vede un uomo distratto dal bip del cercapersone e poi investito dall'esplosione del dispositivo attaccato alla cintura. La cassiera e un'altra persona vengono colpiti dalla deflagrazione. Altri filmati mostrano le ambulanze davanti all'Università di Beirut con a bordo le decine di feriti mietuti dalle esplosioni.

Il ministero della salute libanese ha messo in allerta gli ospedali del Paese per accogliere i numerosi feriti tra Beirut e nella valle orientale della Bekaa. Hezbollah ha invitato i suoi membri, seguaci e familiari delle vittime dell'attacco di oggi a non diffondere pubblicamente immagini dei feriti. Il timore è che Israele possa identificare le vittime e renderle nuovi potenziali obiettivi. Secondo l'analista militare Elijah Magnier, Hezbollah fa molto affidamento sui cercapersone per evitare che Israele intercetti le comunicazioni tra i suoi membri.

Secondo fonti della sicurezza israeliana citate da Channel 12, i cercapersone erano l'ultimo modello usato dagli Hezbollah e acquistati pochi mesi.

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