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Cosa sappiamo sulle polmoniti in Cina e cosa non torna nel racconto di Pechino

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha confermato un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie in Cina chiamando in causa il batterio Mycoplasma Pneumoniae. Nel racconto di Pechino però ci sono alcuni elementi che non tornano: l’analisi del professor Roberto Burioni.
A cura di Antonio Palma
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L’aumento anomalo di casi di polmonite tra i bambini in Cina ha messo in allarme il mondo, facendo scattare il campanello di allarme a quattro anni dallo scoppio della pandemia Covid. Dopo la richiesta di chiarimenti anche da parte dell’Oms, le autorità di Pechino si sono affrettate a chiarire che non c’è alcun nuovo virus in giro. Per le autorità cinesi, tutto sarebbe dovuto al Mycoplasma Pneumoniae, un batterio già noto che provoca un’infezione batterica comune tipicamente tra i bambini più piccoli e che è stato segnalato anche in altri Paesi.

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha confermato un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie in Cina rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti ma ha indicato come responsabile la revoca delle restrizioni per il Covid-19 che ha portato alla circolazione di agenti patogeni già noti tra cui appunto il Mycoplasma Pneumoniae ma anche il virus respiratorio sinciziale.

Se così fosse non ci sarebbe nulla di preoccupante perché, anche se non c’è un vaccino, ci sono gli antibiotici che possono combattere le infezioni batteriche. Il Problema è che nel racconto di Pechino ci sono alcune cose che non tornano. A ricordarlo è il professor Roberto Burioni che ha fatto il punto della situazione su cosa sappiamo sulle polmoniti in Cina e cosa non è ancora chiaro nel racconto di Pechino.

“I cinesi dicono che si tratta di Mycoplasma pneumoniae e se così è non dobbiamo preoccuparci ma siccome abbiamo a che fare con i cinesi, bisogna stare un pochino all'erta. Io non ho questa fiducia perché ho fatto l'errore di fidarmi – titubante – dei cinesi a inizio 2020, e non lo ripeterò questa volta” ha spiegato Burioni.

“La Cina non ha detto nulla, come nella sua tradizione, le notizie hanno incominciato a filtrare da altri Paesi come Taiwan. A un certo punto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto chiarimenti alla Cina. La Cina ha detto che non ci sono nuovi patogeni e, da quello che si è capito, questa polmonite sembrerebbe causata da un batterio che si chiama Mycoplasma Pneumoniae” ha ricostruito l’esperto.

Il “Mycoplasma Pneumoniae è un batterio che circola da sempre, ciclico, che causa nei bambini quella che viene chiamata in inglese una polmonite che cammina, perché tipicamente sono sintomi piuttosto lievi. Si tratta di un batterio che non è molto contagioso, non si trasmette molto facilmente, bisogna stare vicini per un po' di tempo, non è come il Covid" ha spiegato poi Burioni a “Che Tempo Che fa”, aggiungendo: “'Presente da sempre, dà delle epidemie cicliche nei bambini. Una delle possibili interpretazioni è che in Cina ci sono state misure restrittive molto intense fino a poco fa, le hanno tolte e ora questo batterio sta circolando”.

Il batterio “non dovrebbe preoccuparci” però “questa polmonite è una polmonite che cammina, quindi lieve, ed è molto raro che un bambino di cinque anni – l'età tipica – sia in ospedale con le flebo come sta accadendo in Cina. Di solito li curiamo con gli antibiotici, ma a casa” ha avvertito però lo stesso professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

“L'altro elemento che non comprendo è che io ho visto foto con centinaia o almeno decine di bambini tutti quanti con una flebo per una terapia endovenosa. Però gli antibiotici che utilizziamo contro questo batterio sono dati per bocca. C'è qualcosa che non si riesce a capire” ha spiegato ancora Burioni.

Al momento però “Non dobbiamo preoccuparci, secondo me la versione più probabile è quella che hanno dato” ha chiarito Burioni, concludendo: “Per la gioia degli antivaccinisti, per questo batterio non c'è un vaccino. Abbiamo degli antibiotici, però purtroppo, uno di questi antibiotici, il più efficace, ora è molto meno efficace perché negli anni passati è stato usato in maniera eccessiva. È stato usato inutilmente per molte cose, tra cui per il Covid. È l'Azitromicina”.

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