Cosa sappiamo sull’attacco con coltello avvenuto a Solingen: gli arresti e la rivendicazione dell’Isis
Tre morti e 5 persone ferite gravemente. È questo il bilancio dell'attacco all'arma bianca avvenuto venerdì 23 agosto a Solingen, in Germania, durante i festeggiamenti per il 650esimo anniversario della città. Dopo l'attacco l'aggressore si è dato alla fuga.
Nella serata di sabato 24 agosto gli agenti di polizia tedesca del Comando delle operazioni speciali (SEK) hanno fatto irruzione in un centro per rifugiati di Solingen e hanno arrestato una persona, come ha confermato un portavoce delle autorità all'agenzia di stampa tedesca DPA. Nei pressi del centro, in un cassonetto, è stato trovato anche il coltello utilizzato nell'attacco.
Le autorità non hanno tuttavia specificato se l'arrestato sia sospettato di essere l'autore o solo un testimone dell'aggressione, così come non ha fornito informazioni sulla sua nazionalità. Poco prima, infatti, il quotidiano tedesco Bild riferiva dell'arresto di un uomo di origini siriane.
Sabato sera centinaia di persone si sono riunite nella piazza centrale di Solingen per pregare per le vittime. Molte persone hanno portato fiori o candele, pupazzi, lettere e altri messaggi di solidarietà. "La città è un posto diverso rispetto a ieri", ha detto uno dei presenti.
La ricostruzione dell'attacco e chi sono le vittime
L'attacco è cominciato nella serata di venerdì, intorno alle 21.45, quando nella zona di Fronhof, dove era allestito un palco per la musica dal vivo che avrebbe attirato in città circa 80mila persone. Qui il killer ha iniziato a colpire a caso con un coltello le persone presenti: 3 sono state uccise e 8 sono state ferite, cinque delle quali sarebbero in pericolo di vita.
Un testimone ha raccontato di aver sentito gridare: "Allah Akbar". Le strade erano stati subito chiuse e i residenti erano stati invitati a rimanere in casa. Le ricerche si erano fin da subito concentrata su un giovane fra i 20 e i 30 anni con la barba folta, il fisico prestante e l'aspetto che suggerisce una "provenienza dal sud". L'aggressore era vestito di nero e con un cappuccio.
Il procuratore Markus Caspers e il presidente della polizia Markus Roehrl hanno confermato che a morire sotto i colpi della lama sono stati due uomini di 67 e 56 anni e una donna di 56.
"A Solingen siamo tutti in stato di shock, orrore e grande tristezza. Volevamo festeggiare insieme l'anniversario della nostra città e ora dobbiamo piangere i morti e i feriti", ha scritto il sindaco Tim Kurzbach, in un messaggio sui social media. "Il fatto che ci sia stato un attacco alla nostra città mi strazia il cuore".
Sulla vicenda è intervenuto anche il cancelliere Olaf Scholz, sotto evidente pressione, che ha chiesto celerità nell'inchiesta: "Il responsabile va fermato velocemente e punito con durezza. Non possiamo consentire che avvengano cose del genere nel nostro Paese", ha scritto in un post su X.
Arrestato un 15enne sospettato di aver parlato con il killer
All'alba di sabato gli uomini del commando speciale SEK avevano già eseguito un fermo. Un 15enne era stato arrestato a casa dei genitori poiché sospettato di aver parlato con l'esecutore materiale dell'aggressione proprio pochi minuti prima delle 21.37, l'orario registrato dalle forze dell'ordine come l'inizio dell'attacco.
A segnalarlo è stata una donna che aveva riconosciuto il ragazzo, già coinvolto in un altro reato, secondo quanto riferito da Bild. Le indagini puntano a chiarire se il teenager, interrogato dagli agenti, stesse davvero interagendo con l'attentatore.
L'Isis rivendica: "Autore dell'attacco è nostro soldato"
Il gruppo jihadista Stato islamico (ISIS) ha rivendicato l'attacco e ha affermato che "l'autore dell'attacco a un raduno di cristiani nella città di Solingen in Germania ieri era un soldato del gruppo dello Stato islamico".
Stando a quanto riferisce in un comunicato l'organizzazione islamica, riportato da Bild, l'attacco sarebbe una "vendetta per i musulmani in Palestina".