Guerra in Ucraina, cosa sappiamo sul possibile uso di armi chimiche russe contro i civili di Mariupol
La Russia potrebbe aver utilizzato armi chimiche in Ucraina, precisamente a Mariupol. A dirlo sono una serie di fonti ucraine, che però non trovano ancora una conferma internazionale. Da giorni il presidente Volodymyr Zelenskiy dice preoccupato che Mosca può utilizzare quel tipo di armi e anche l'intelligence di Londra ha segnalato il possibile uso di bombe al fosforo. Ieri sera, però, le autorità ucraine hanno detto chiaramente che la Russia ha lanciato un drone che trasportava una "sostanza tossica" a Mariupol. A confermarlo il controverso battaglione nazionalista ucraino Azov, che ha accusato Mosca di aver usato armi chimiche "di origine sconosciuta" sui civili di Mariupol, proprio tramite un veicolo aereo senza pilota. Il leader dell'Azov, Andriy Biletsky, ha spiegato a Kyiv Independent che tre persone avevano segni di avvelenamento chimico, ma non sembrano esserci "conseguenze disastrose" per la loro salute.
Anche secondo Ivanna Klympush, parlamentare ucraina e presidente della commissione parlamentare per l'integrazione dell'Ucraina nell'UE, la sostanza sconosciuta utilizzata era "molto probabilmente" un'arma chimica. Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, ha tuttavia chiarito che l'attacco non è confermato, ma la possibilità va presa sul serio. Lo stesso Zelensky, d'altronde, nel discorso di ieri sera ha parlato di un prossimo intensificarsi degli attacchi sulla città portuale del sud-est dell'Ucraina. "I russi – ha detto- stanno preparando una nuova fase di terrore contro l'Ucraina e i nostri militari. Uno dei loro portavoce ha detto che potrebbero usare armi chimiche contro chi difende Mariupol. La prendiamo come una possibilità molto seria".
Per Andryushchenko, poi, "è possibile che il gettare quella sostanza chimica sconosciuta sia un test per vedere la reazione delle persone e delle nostre autorità. Una prova. Ma aspettiamo informazioni ufficiali dai militari". Intanto il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha twittato che sta lavorando "urgentemente con i partner" per indagare sui rapporti di un possibile attacco chimico a Mariupol. “Qualsiasi uso di tali armi – ha scritto sul social- rappresenterebbe un'escalation spietata in questo conflitto e riterremo Putin e il suo regime responsabili".