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Cosa sappiamo di Sean Grayson, il vice sceriffo che ha ucciso l’afroamericana Sonya Massey nella sua casa

L’ufficiale era stato trasferito in sei stazioni di polizia diverse nel giro di appena quattro anni ed era stato accusato per due volte di guida in stato d’ebbrezza. Eppure era stato messo a ricoprire il delicato ruolo di vice sceriffo della contea di Sangamon.
A cura di Davide Falcioni
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Era stato trasferito in sei stazioni di polizia diverse nel giro di appena quattro anni ed era stato accusato per due volte di guida in stato d'ebbrezza. Eppure, nonostante questo curriculum tutt'altro che irreprensibile, Sean Grayson, 30 anni, era stato messo a ricoprire il delicato ruolo di vice sceriffo della contea di Sangamon fino al sei luglio scorso: quel giorno, infatti, intervenne insieme ad un collega nella casa di Springfield di Sonya Massey, 36enne afroamericana che aveva chiesto aiuto al 911 temendo che qualcuno si fosse introdotto nella sua abitazione e che da lì a poco sarebbe stata uccisa a colpi di pistola proprio da Grayson. Il poliziotto in seguito è stato licenziato e incriminato da una giuria popolare per omicidio di primo grado, aggressione aggravata con arma da fuoco e abuso d'ufficio.

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Il vice sceriffo si è dichiarato innocente, ma a incastrarlo è un video girato dalla bodycam del collega che la sera del 6 luglio era insieme a lui. Il filmato, della durata di 35 minuti, mostra i poliziotti intenti a parlare inizialmente tranquillamente con Sonya Massey, quando lei va ai fornelli per spegnerli e prendere una pentola di acqua bollente. È il gesto, apparentemente banale, che scatena l'inferno. Massey chiede: "Dove vai?" e l'agente risponde: "Lontano dalla tua acqua bollente e fumante". La donna commenta: "Lontano dalla mia acqua calda e fumante? Ah, ti rimprovererò nel nome di Gesù". Poi il poliziotto estrae la pistola e gliela punta contro: "Meglio che tu non lo faccia o giuro su Dio che ti sparo in faccia". Lei si abbassa e dice: "Mi dispiace" mentre solleva la pentola.

Poco dopo si sentono tre colpi. Dopo qualche istante di silenzio, uno dei due agenti afferma "sono stati sparati dei colpi" e chiama un'ambulanza. Pochi minuti più tardi, Grayson parla con un altro funzionario delle forze dell'ordine. "Aveva dell'acqua bollente e mi ha attaccato", dice nel video. "Ha detto che mi avrebbe rimproverato nel nome di Gesù e mi ha attaccato".

Dopo l'omicidio a sangue freddo di Sonya Massey, sia le autorità locali che quelle statali hanno criticato l'intervento di Grayson, spiegando che l'uso della forza letale era da ritenersi immotivato in quel frangente. L'ufficio dello sceriffo ha reso noto di aver licenziato il funzionario che ha premuto il grilletto: "È chiaro che il vice non ha agito come addestrato o in conformità con i nostri standard". In un documento depositato la scorsa settimana, i pubblici ministeri hanno osservato che Grayson avrebbe potuto estrarre il Taser che aveva sul giubbotto di servizio. "Egli … ha dimostrato la volontà di usare la forza letale, nonostante la disponibilità di alternative non mortali" in una situazione in cui "la minaccia alla sua incolumità fisica è minima o nulla", hanno scritto i pubblici ministeri.

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