Cosa sappiamo della variante Omicron: “Da dati attuali sembra altamente trasmissibile ma più lieve”
La variante Omicron del virus Sars-CoV-2 continua a diffondersi in tutto il mondo, anche se la maggior parte dei casi attualmente individuati sono localizzati in Sudafrica. È proprio qui che intorno alla metà di novembre è stato scoperto il primo contagio collegato alla nuova mutazione, su cui procedono anche le analisi per capire se possa davvero eludere la protezione dei vaccini come alcuni studiosi hanno ipotizzato. A fare chiarezza, però, sulla base dei dati al momento a disposizione, è stato Willem Hanekom, direttore dell'Istituto di ricerca sudafricano. Intervistato dalla Bbc ha spiegato che "finora sulla nuova variante sappiamo tre cose".
La prima, secondo l'esperto, è che "il virus si sta diffondendo in modo straordinariamente veloce in Sudafrica, l'aumento dei casi è molto più forte di quanto non sia stato nelle ultime tre ondate quindi sembra che Omicron sia in grado di propagarsi molto facilmente. Praticamente tutti i casi che vediamo in Sudafrica in questo momento sono Omicron. La seconda cosa – ha proseguito – su cui abbiamo dati sono le reinfezioni: una persona che ha avuto il Covid ha circa l'1% di possibilità, o forse anche meno dell'1%, di essere nuovamente infettato. Infine, gli unici dati che abbiamo finora suggeriscono che la variante può manifestarsi maggiormente nelle persone più giovani e soprattutto nei giovani non vaccinati e, nel complesso, finora è apparsa più lieve. Ma, ancora una volta, voglio dire che dobbiamo essere cauti: questi sono i primi giorni".
Dunque, riassumendo la variante di Omicron è altamente trasmissibile, ma ha meno dell'1% di possibilità di reinfezione e in genere si traduce in una malattia "più lieve". Anche lo statistico inglese Sir David Spiegelhalter si è mostrato d'accordo con quanto affermato da Hanekom: "In Sudafrica ci sono dati abbastanza forti circa l'aumento del rischio di trasmissione virale, ma potrebbe effettivamente essere più mite – ha detto a Sky News -. Non abbiamo abbastanza dati ancora da poterlo affermare con sicurezza". Anche il virologo italiano Fabrizio Pregliasco, dell'Università di Milano, ha confermato che "dalle informazioni che abbiamo oggi sembra più contagiosa ma con una casistica clinica meno importante. Ciò vuol dire che il virus si sta adattando meglio all'ospite con minori effetti in termini di possibili gravi conseguenze e di mortalità. Non ci sono conferme sul fatto che la variante Omicron schivi i vaccini e con tre dose l'efficacia dovrebbe essere garantita. Ma abbiamo ancora bisogno di una settimana per ultimare le analisi e gli studi".