Cosa sappiamo sulla fuga di carte top secret Usa e Nato e che rischi ci sono per la guerra in Ucraina
Si allarga la fuga di carte top secret sulla sicurezza Usa. Il dipartimento di Giustizia americano e il Pentagono hanno aperto un'inchiesta dopo che documenti contenenti "piani per rafforzare l'esercito ucraino in vista dell'offensiva di primavera" sono stati pubblicati nei giorni scorsi su Twitter e Telegram, come aveva riferito il New York Times citando una fonte dell'amministrazione Usa.
Come ha poi precisato la Cnn, i funzionari statunitensi affermano che i documenti sono vere e proprie diapositive, parte di un più ampio programma di Intelligence giornaliero prodotto dal Pentagono sulla guerra, ma sembra che i documenti siano stati modificati in alcuni punti.
Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell'Ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha dichiarato sul suo canale Telegram di credere che dietro la presunta fuga di notizie ci siano i russi, aggiungendo che i documenti diffusi non sono autentici, non hanno "nulla a che fare con i veri piani dell'Ucraina" e si basano su "una grande quantità di informazioni fittizie. Vogliono distogliere l'attenzione, gettare dubbi e sospetti reciproci, e seminare discordia".
L'emergere dei documenti, autentici o meno, ha comunque aumentato l'attenzione su quando inizierà la prevista controffensiva ucraina e su cosa una delle due parti sappia dei preparativi dell'altra.
Intanto, una seconda tranche di documenti classificati è apparsa su 4chan, un website anonimo, e poi su altri social. Ma le carte trapelate sembrano andare ben oltre il materiale segreto sui piani di guerra dell'Ucraina.
Gli analisti della sicurezza contattati dal New York Times ritengono che ci siano anche slide informative sensibili sulla Cina, sul teatro militare indo-pacifico, il Medio Oriente e il terrorismo. Un alto dirigente dell'intelligence Usa ha definito la fuga di notizie "un incubo per i Five Eyes", cioè l'alleanza per la condivisione dell'intelligence tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada.
Mick Mulroy, un ex alto dirigente del Pentagono, ritiene che sia "una significativa violazione nella sicurezza" che potrebbe ostacolare la pianificazione militare ucraina, ma si tratterebbe soltanto della "punta dell'iceberg".