Cosa rappresenta la visita di Biden a Kiev e come potrebbe cambiare il corso della guerra in Ucraina
"La visita di Biden oggi a Kiev è servita per mostrare al mondo, in primis alla Russia, da che parte stanno gli Stati Uniti. Con l'Ucraina ma senza spingere per un conflitto di scala mondiale".
A parlare è Antimo Luigi Farro, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza Università di Roma e membro CADIS-EHESS, che a Fanpage.it ha commentato la visita a sorpresa, da molti definita "storica", che il presidente Usa, Joe Biden, ha fatto a Kiev, dove ha incontrato il presidente ucraino Zelensky. Per la prima volta l'inquilino della Casa Bianca si è recato nella Capitale ucraina da quando il Paese è stato invaso dalla Russia, quasi un anno fa.
Prof. Farro, cosa rappresenta la visita di Biden a Kiev?
"La visita di Biden si iscrive in una strategia complessiva che gli Usa stanno utilizzando nei confronti dell'invasione russa dell'Ucraina. Rappresenta l'intenzione netta degli Stati Uniti di mostrare all'opinione pubblica mondiale, e come avvertimento alla Russia, il fatto che l'Occidente tutto si pone a sostegno dell'autonomia di Kiev e dell'attuale sistema politico che regge il Paese.
Biden è arrivato in treno nella Capitale e ha incontrato Zelensky in uno spazio pubblico, questo per rassicurare da un lato lo stesso Zelensky e l'Ucraina, e dall'altro per mostrare al mondo da che parte stanno gli Stati Uniti. Ma, secondo me, ha anche confermato di essere un uomo di grande coraggio, andando su un terreno caratterizzato da scontri bellici".
Sulla tv russa è partito il conto alla rovescia per il discorso che Putin terrà domani. Come potrebbe reagire dopo la visita di Biden a Kiev?
"Questo ovviamente non possiamo dirlo. Come evolverà la Russia sul lungo periodo? Basta vedere quello che sta dichiarando Putin. La sua prospettiva è mettere in ginocchio l'Ucraina. Ha come arma di ricatto più immediata il fatto di controllare la grande centrale nucleare di Zaporizhzhia e sta giocando su questo per la conquista dei territori circostanti. Ma non sta sfondando dal punto di vista dell'invasione che lui pensava fosse una specie di passeggiata rapida".
Oggi Zelensky ha chiesto a Biden razzi a lungo raggio. Come potrebbero cambiare il corso del conflitto?
"Non credo arriveranno. La reticenza degli Stati Uniti e degli alleati, anche dell'Ue, rispetto all'utilizzo di determinate armi è legata ad una possibile ulteriore espansione del conflitto che possa trasformarsi in una guerra più vasta, anche di ordine mondiale. La Germania in particolare si è mostrata più reticente per ragioni storiche ma anche geografiche, dovute alla maggiore vicinanza all'Ucraina e alla stessa Russia. Quindi non credo che questa richiesta verrà in ogni caso esaudita a breve".
Mentre Biden era a Kiev, un alto funzionare cinese era a Mosca. Coincidenze?
"Il presidente Xi ha inviato a Mosca un suo rappresentante per dialogare con gli occidentali e per cercare di trovare una soluzione a problemi come l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina. Come evolverà la posizione cinese è difficile dirlo nei dettagli però la Cina ha molti interessi economici legati ai mercati occidentali e questo rappresenta una questione di grande rilievo per quanto riguarda la definizione delle politiche estere di Pechino. Che allo stesso tempo però ha legami molto privilegiati con la Russia. È una situazione in bilico, bisognerà vedere cosa succede nei prossimi giorni. Per quanto mi riguarda, credo però che la Cina non abbia nessuna intenzione e interesse ad allargare il conflitto ucraino".