Neutralità dell’Ucraina, cosa significa e cosa intende Kiev quando la offre alla Russia
Sì alla neutralità dell'Ucraina ma solo se ci saranno garanzie adeguate sulla sua sicurezza a livello internazionale, è questa la richiesta avanzata della delegazione di Kiev nei negoziati di pace con la Russia in Turchia e su cui si sta discutendo in queste ore. Si tratta di uno dei capisaldi dell’intero processo dei colloqui tra le due parti visto che la Russia pretende la neutralità dell’Ucraina, in particolare la non adesione alla Nato. Una richiesta che lo stesso presidente ucraino Zelensky ha detto di poter accettare ma solo se l'Occidente fornisce garanzie di sicurezza vincolanti. Ma cosa significa tutto questo? Il Trattato, come proposto dall'Ucraina, prevede che ci siano dei Paesi terzi garanti della sua sicurezza che si impegnino e siano quindi legalmente obbligati a fornire assistenza all'Ucraina se il paese subisce un'aggressione armata (a differenza del modello Austria).
Cosa significa neutralità dell'Ucraina: un tratto difensivo sul modello NATO
Si tratta dunque di una proposta decisamente articolata e che prevede il coinvolgimento di diversi altri Paesi che si rendano disponibili ad aderire al patto, un trattato internazionale difensivo stile Nato. L’Ucraina ha indicato ad esempio Gran Bretagna, Cina, Usa, Turchia, Francia, Germania, Canada, Italia, Polonia e Israele, ma tutti i Paesi che si redano disponibili dovranno essere accettati da entrambe le parti e soprattutto dovranno mettere nero su bianco i loro impegni. “Vogliamo un meccanismo internazionale di garanzie di sicurezza in cui i Paesi garanti agiscano in modo simile all'articolo 5 della Nato, e ancora più fermamente" ha detto David Arakhamia, uno dei negoziatori ucraini dopo i colloqui a Istanbul, aggiungendo però che "Questa proposta non è stata accettata dalla parte russa”.
Cosa comporta la neutralità dell'Ucraina: Paesi garanti e referendum
"Continueremo i nostri negoziati con la Russia ma coinvolgeremo anche i Paesi garanti" ha affermato il delegato ucraino Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella conferenza stampa dopo la sessione dei colloqui. Si tratta infatti di un complesso meccanismo che nei piani di Kiev dovrebbe portare gli Stati aderenti a difendere l’Ucraina da qualsiasi aggressione. La proposta prevede che se il paese subisce un'aggressione, i paesi garanti si consultino per tre giorni e quindi siano legalmente obbligati a fornire assistenza all'Ucraina. Una disponibilità che però Kiev pretende sia ratificata da referendum e un voto parlamentare. Una difficoltà di non poco conto che va aggiunta alla necessità di un referendum sul trattato da sottoporre anche agli ucraini durante una guerra in corso.