Questa mattina si è tenuta la riunione del Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica, presieduto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e convocato allo scopo di "diminuire il coefficiente di rischio" dopo i sanguinosi attentati che hanno colpito Parigi nella serata del 13 novembre. La tesi dell'esecutivo è che questi attacchi rappresentino un "cambio di passo" (Renzi), una rottura "dei paradigmi di lettura" (Alfano) sia per le modalità che per la loro efferatezza. La direttrice entro la quale si muoverà il Governo, dunque, è quella della "prevenzione come metodo per la diminuzione del coefficiente di rischio".
Già dalla notte l'allerta è stata portata al secondo livello, che prevede la possibilità di attivare in maniera rapida i reparti speciali delle forze dell'ordine e di ottenere l'immediato intervento delle forze speciali dell'esercito (ricordiamo che il livello massimo è il terzo, che si attiva in caso di attacco diretto). Il Comitato di analisi strategica antiterrorismo è intanto in riunione permanente.
Non ci sarà, per il momento, alcun intervento legislativo "straordinario". Ma le decisioni del Comitato vanno in una direzione chiara: rafforzare i controlli sul territorio e i controlli alle frontiere.
Per quel che concerne i controlli sul territorio, il ministero dell'Interno ha spiegato di aver "attivato le questure, prime fra tutte Roma e Milano, perché innalzino i livelli di analisi e controllo, e dato impulso a tutti i prefetti di convocare in queste ore i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, per avere in pochissime ore un report che consenta di sapere se c'è qualcosa che prima o dopo Parigi è cambiato a livello locale, nell'ottica di mettere a punto un vestito di sicurezza tagliato su misura". Alfano ha poi chiarito che resterà "il rispetto e la difesa dei luoghi di culto", anche se proseguirà l'attività di intelligence, volta a prevenire eventuali infiltrazioni di affiliati a organizzazioni terroristiche.
Discorso simile per quel che concerne la questione immigrazione. Non si prevedono misure straordinarie né cambiamenti alle politiche dell'accoglienza programmate in questi mesi, ma il Governo intende "andare avanti sulle espulsioni e sulle identificazioni".
Per la questione Giubileo, la riunione di coordinamento convocata questa mattina dal prefetto Gabrielli è servita a mettere a punto una strategia organica, anche considerando l'anticipo della mobilitazione dei 700 militari.
Il controllo sulle frontiere, invece, riguarderà tutti i valichi, strade, ferrovie, porti e aeroporti. Ricordiamo che, tranne una breve chiusura di questa notte, il traforo del Monte Bianco è aperto, ma ogni transito è controllato in maniera ferrea. Schengen, del resto, era già sospesa per la conferenza sul clima che era in programma a Parigi a fine novembre.