Cosa è successo in Niger, il colpo di stato militare per rovesciare il presidente Bazoum
"Noi, le forze di difesa e di sicurezza riunite all'interno del Cnsp, abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete". Con queste parole il colonnello Amadou Abdramane affiancato da altri nove soldati in divisa ha annunciato l'avvenuto colpo di stato in Niger da parte della Guardia Presidenziale, in seguito al quale è stato destituito il presidente in carica Mohamed Bazoum, che è tenuto prigioniero dai militari golpisti presso la presidenza di Niamey, come ha comunicato il ministro degli Esteri e premier ad interim del governo del Niger, Hassoumi Massoudou.
Quest'ultimo ha respinto il colpo di stato affermando che il suo governo rappresenta "le autorità legittime e legali" del Paese. "Il potere legale e legittimo è quello esercitato dal presidente eletto del Niger, Mohamed Bazoum", ha affermato Massoudou in un'intervista a France 24. Una situazione che l'Occidente sta seguendo con grande interessa perché potrebbe destabilizzare l'Africa Occidentale.
L'annuncio tv dei golpisti: "Istituzioni sospese, frontiere chiuse"
In una dichiarazione letta alla televisione nazionale di Niamey a nome del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria, i soldati hanno annunciato la rimozione del presidente, la chiusura delle frontiere terrestri e la proclamazione del coprifuoco notturno dalle 22 alle 5. Inoltre, tutte le istituzioni del Paese sono state sospese.
"Ciò segue il continuo deterioramento della situazione della sicurezza, il cattivo governo economico e sociale", ha precisato in diretta tv Abdramane sottolineando "l'attaccamento del Cnsp al rispetto di tutti gli impegni assunti dal Niger" e rassicurando "la comunità nazionale e internazionale riguardo all'integrità fisica e morale delle autorità deposte in conformità con i principi dei diritti umani".
I "presunti" motivi del colpo di stato contro Bazoum
La presunta ragione dell'ammutinamento dei soldati, che hanno circondato nelle scorse ore il palazzo presidenziale nella capitale Niamey e bloccato l'ufficio e la residenza del presidente, risiederebbe nell'intenzione di Bazoum di destituire il comandante della Guardia Presidenziale, il generale Omar Tchiani.
USA, ONU e le reazioni internazionali al golpe in Niger
Immediata è arrivata la reazione della comunità internazionale. Gli Stati Uniti per primi hanno chiesto "la liberazione immediata" del presidente Bazoum, che è stato annunciato "è sano e salvo" ma al momento non si sa dove si trovi. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken. "Stamattina ho parlato con Bazoum e ho chiarito che gli Stati Uniti lo sostengono con forza come presidente democraticamente eletto del Niger. Chiediamo il suo rilascio immediato", ha affermato il segretario di Stato Usa durante una visita in Nuova Zelanda.
La condanna di quanto sta succedendo in Niger è arrivata anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Secondo il portavoce dell'ONU Stephane Dujarric, "il segretario generale segue da vicino la situazione in Niger. Condanna con la massima fermezza qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza e di minare il governo democratico, la pace e la stabilità in Niger".
Sulla questione nigeriana è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha spiegato che i "circa 170 italiani" che vivono in Niger "sono stati tutti contattati dall'Unità di crisi della Farnesina, e tutti sono stati invitati a rimanere nelle loro abitazioni. Per quanto riguarda i nostri connazionali ci sono notizie positive" e tutti "sono al sicuro", ha aggiunto il ministro.
Il precedente tentativo di rovesciare Bazoum nel 2021
Situato nel cuore del Sahel, il Niger ha ricevuto addestramento e supporto logistico da Stati Uniti e Francia, che hanno lì basi militari. Bazoum, eletto democraticamente nel 2021, è uno stretto alleato di Parigi. Ma quello che si è verificato nelle ultime ore non è il primo colpo di stato del Paese. L'ultimo si era verificato nel febbraio del 2010, quando era stato rovesciato l'allora presidente, Mamadou Tandja. Lo stesso Bazoum fu oggetto di un tentativo di destituzione già nell'aprile del 2021, quando diverse persone vennero arrestate, incluso un capitano dell'Aeronautica militare di nome Sani Gourouza.