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Cosa è successo in Georgia e cosa cambierà con la controversa “legge russa” sugli agenti stranieri

Il Parlamento georgiano ha approvato di nuovo la legge sugli agenti stranieri, ignorando il veto che aveva messo la presidente Salome Zurabishvili.
A cura di Luca Pons
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Ultimo via libera del Parlamento della Georgia alla cosiddetta legge sugli "agenti stranieri", che le opposizioni hanno chiamato "legge russa" perché scritta sul modello di una norma simile varata in Russia nel 2012. La norma impone stretti controlli su tutti gli enti (inclusi i media) che ricevono più del 20% dei loro fondi dall'estero, permettendo così di reprimere organizzazioni internazionali, oppositori e giornalisti. Dopo il primo voto del Parlamento, la presidente del Paese Salome Zurabishvili aveva posto il veto. Tuttavia, la maggioranza del primo ministro Irakli Kobakhidze (del partito Sogno georgiano) ha confermato la sua posizione nel secondo voto. Adesso, la norma entrerà in vigore.

Oggi, i deputati hanno dato 84 voti a favore e quattro contrari. Nel frattempo, all'esterno del Parlamento continuavano le proteste di piazza, che da settimane hanno acceso il Paese. L'approvazione della legge è un passo che avvicina la Georgia alla sfera d'influenza della Russia, suscitando la preoccupazione di quella parte di popolazione che invece vorrebbe l'ingresso nell'Unione europea (che il Paese ha richiesto ufficialmente da anni).

Cosa fa la legge sugli agenti stranieri

Come detto, la norma mette dei limiti alle organizzazioni "straniere", cioè quelle che ricevono oltre il 20% dei loro fondi dall'estero. Queste dovranno iscriversi a un apposito registro dedicato ai "soggetti che perseguono gli interessi di una potenza straniera", e potranno essere soggette a severi controlli non solo sui loro finanziamenti, ma anche su tutte le loro attività. Se non dovessero seguire le indicazioni, potranno ricevere ispezioni forzate e multe. Le regole si applicheranno anche a media, organizzazioni non governative e associazioni internazionali (ad esempio quelle per la difesa dei diritti Lgbt, che il governo georgiano ha attaccato a più riprese).

L'allarme di Unione europea e Usa

Dall'Unione europea è arrivato un commento amaro: l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha detto che l'Ue "si rammarica profondamente per il fatto che il Parlamento della Georgia abbia deciso di superare il veto presidenziale sulla legge sulla trasparenza delle influenze straniere", perché l'Unione europea "ha più volte sottolineato che la legge va contro i principi fondamentali e i valori dell'Ue". L'entrata in vigore della norma causerà "passi indietro in almeno tre dei nove step" che la Commissione europea aveva indicato alla Georgia per entrare nell'Ue, e in particolare , quello sui diritti fondamentali e la società civile, quello sulla polarizzazione e quello sulla disinformazione.

"C'è ancora tempo per cambiare le dinamiche ma è necessario un forte impegno da parte delle autorità di governo. L'Ue e gli Stati membri stanno considerando tutte le opzioni per reagire. Continuiamo a stare al fianco del popolo georgiano e riconosciamo la scelta della stragrande maggioranza per un futuro europeo per il loro Paese", ha concluso Borrell.

Il governo russo ha negato di aver spinto quello georgiano ad adottare questa norma. Tuttavia, oltre all'Ue, anche gli Stati Uniti hanno preso posizione: il segretario di Stato Anthony Blinken ha fatto sapere che gli Usa rivedranno la loro cooperazione con la Georgia, forse anche limitando la concessione del visto d'ingresso per coloro che sono "responsabili di mettere a rischio la democrazia in Georgia, inclusi quelli legati alla proposta legge sull’influenza straniera". Infatti, "chiunque mini i processi o le istituzioni democratiche in Georgia potrebbe essere ritenuto non idoneo per i visti americani".

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