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Guerra in Ucraina

Cosa c’è sul tavolo dei negoziati tra Russia e Ucraina e di cosa si discuterà oggi nel vertice Ue a Parigi

Da domani via al tavolo dei negoziati per la guerra tra Russia e Ucraina con il primo incontro tra le delegazioni di Mosca e Washington in Arabia Saudita. Anche il Presidente ucraino Zelensky da domani sarà a Riad dove invece non ci saranno i Paesi europei. Una scelta che ha suscitato preoccupazione tra i leader europei che oggi si incontreranno a Parigi per fare il punto della situazione.
A cura di Antonio Palma
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Negoziati diretti tra Russia e Ucraina molto vicini dopo la telefonata tra Trump e Putin di qualche giorno fa e l’avvio delle trattative tra Mosca e Washington da domani in Arabia Saudita. Resta però l’incognita di tempi e metodi visto che Kiev per ora è stata esclusa dall’incontro preliminare così come resta il dubbio del ruolo dell’Europa che sembrata tagliata fuori ma che oggi si riunisce in un vertice voluto da Macron a cui partecipa anche Giorgia Meloni.

Cosa sappiamo sui negoziati di pace tra Russia e Ucraina

Come concordato nella telefonata tra i Presidenti di Usa e Russia, Donald Trump e Vladimir Putin, da domani via ai colloqui ai massimi livelli tra i due Paesi per discutere della guerra in Ucraina e la possibile pace. Dopo anni di sostanziale freddezza nei rapporti, le due parti si siederanno allo stesso tavolo da domani in Arabia Saudita. Per la Russia ci saranno il ministro degli Esteri russo Lavrov e il consigliere del Cremlino Ushakov mentre per gli Usa il segretario di Stato Usa Rubio e il consigliere della Casa Bianca Waltz. L’Ucraina invece non sarà presente direttamente al tavolo perché non è stata invitata per questo primo contatto anche se Trump ha assicurato che Zelensky parteciperà. Il Presidente ucraino infatti da domani sarà anche lui a Riad dove invece non ci saranno i Paesi europei.

Cosa si sono detti Donald Trump e Vladimir Putin sulla pace in Ucraina

I negoziati tra Russia e Ucraina hanno ricevuto un'accelerata dopo il colloquio telefonico tra Donald Trump e Vladimir Putin nei giorni scorsi. I dettagli della telefonata non sono noti ma Trump ha affermato che per lui Putin "vuole che la guerra finisca e presto". "Ho avuto una lunga e altamente produttiva telefonata con il presidente russo Vladimir Putin. Abbiamo discusso di Ucraina, Medio Oriente, energia, intelligenza artificiale, il potere del dollaro e vari altri argomenti" ha rivelato il Presidente Usa, spiegando che i due avevano concordato l’avvio dei negoziati per la guerra in Ucraina ma anche un prossimo incontro faccia a faccia che potrebbe avvenire “molto presto".

Perché l'Europa è stata esclusa dai negoziati

Per il momento l‘Europa è stata esclusa dai negoziati per l’Ucraina anche se Marco Rubio ha detto che anche i Paesi del Vecchio Continente avranno un ruolo. Un ruolo che però potrebbe essere secondario, secondo l’inviato speciale degli Stati Uniti per l'Ucraina, Keith Kellogg. "L'Europa sarà consultata, ma non sarà parte dei colloqui di pace. Saranno inclusi tutti i vostri interessi in queste discussioni? Sì. Ma se questo significa sedersi fisicamente al tavolo, allora no” ha spiegato il rappresentante Usa. Una scelta che ha suscitato preoccupazione tra i leader europei che chiedono di avere un ruolo attivo nel processo diplomatico. La prima reazione è arrivata da Macron che per oggi ha convocato un vertice Ue a Parigi per fare fronte comune.

Di cosa si discuterà oggi nel vertice Ue a Parigi: temi e partecipanti

A Parigi Macron ha invitato oggi i più importanti leader europei tra cui la Premier Giorgia Meloni per fare il punto della situazione sui negoziati tra Russia e Ucraina. “Riteniamo che, a seguito dell’accelerazione sulla questione ucraina e anche a seguito di quanto affermato dai leader americani, gli europei debbano fare di più, meglio e con maggiore coerenza per la nostra sicurezza collettiva”, hanno spiegato dall’Eliseo. Presenti anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il polacco Donald Tusk, lo spagnolo Pedro Sanchez, l’olandese Dick Schoof e la danese Mette Frederiksen, oltre alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ma anche il premier britannico Keir Starmer e il segretario della Nato Mark Rutte.

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