Guerra in Ucraina

Cosa c’è al centro dell’accordo tra Trump e Zelensky sulle risorse minerarie e chi ci guadagna

Donald Trump e Volodymyr Zelensky sono pronti a firmare un accordo basato sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, in cambio di garanzie per la sicurezza del Paese. Ma ci sono ancora molti nodi da sciogliere: ecco cosa sappiamo finora.
A cura di Annalisa Girardi
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L'incontro è confermato, tra poche ore Donald Trump e Volodymyr Zelensky si troveranno faccia a faccia a Washington per firmare un accordo sulle risorse minerarie ucraine, a cui gli Stati Uniti dovrebbero avere accesso come sorta di compensazione per i miliardi di dollari versati nelle casse di Kiev dallo scoppio della guerra. Questo, almeno, sarebbe il principio su cui si basa l'intesa, ma i dettagli sono ancora piuttosto fumosi. E le cose potrebbero complicarsi: secondo il New York Times, l'amministrazione Trump avrebbe provato a rimuovere dalla bozza di accordo il paragrafo sulle garanzie di sicurezza che, in cambio dell'accesso alle cosiddette terre rare, gli Stati Uniti dovrebbero assicurare  all'Ucraina.

Il tema della sicurezza – ovviamente centrale e prioritario per Kiev – si discosterebbe troppo dai contenuti dell'accordo, basati invece sullo sfruttamento delle risorse naturali. Un riferimento alla sicurezza è stato mantenuto nel testo, ma in forma comunque abbastanza ambigua: "Gli Stati Uniti sostengono gli sforzi dell'Ucraina per ottenere le garanzie di sicurezza necessarie ad una pace durevole", si leggerebbe, come riporta sempre il New York Times. Insomma, un'affermazione che non chiarisce se Washington sia pronta e disposta a iniziative in prima persona per assicurare la pace in Ucraina, o se voglia limitarsi a sostenere quelle degli alleati europei.

Alla Casa Bianca Zelensky proverà a chiarire il perimetro dell'accordo. Da quanto è stato fatto trapelare finora, il punto centrale dell'intesa sarebbe un fondo di investimenti per la ricostruzione dell'Ucraina, da alimentare con i profitti derivati dallo sfruttamento delle risorse minerarie.

Cosa prevede l'accordo sulle risorse minerarie

Il presidente ucraino aveva iniziato a parlarne già l'anno scorso, nel tentativo di mantenere gli Stati Uniti ancorati alla causa di Kiev, fornendo loro una ragione concreta (ed economica) per continuare a sostenerla. Non sono però mancate le difficoltà, ad esempio sulla portata dell'accordo. Inizialmente l'amministrazione statunitense aveva infatti chiesto di mettere una cifra su queste "terre rare": 500 miliardi di dollari. Un numero a cui però l'Ucraina si è opposta, riuscendo ad eliminare la richiesta dalla bozza di accordo.

Trump continua a parlare di un accordo imponente, che dovrebbe riuscire a risarcire gli Stati Uniti degli aiuti economici e militari forniti in questi tre anni di guerra. Zelenksy sembra essere più cauto, e continua a riferirsi a una "cornice di accordo" da definire e migliorare.

La concentrazione di minerali in Ucraina

I nodi da sciogliere non mancano. Prima dell’invasione russa, le risorse minerarie erano una parte fondamentale dell’economia ucraina: parliamo di circa il 30 per cento delle esportazioni e fino al 6 per cento dell’intero Pil. Nel sottosuolo ucraino ci sono molti minerali fondamentali per l’industria tecnologica e della difesa: rame, nickel, litio e titanio, ad esempio. Per la Commissione europea nel 2019 l’Ucraina forniva il 7% del titanio globale, che si usa nella produzione degli aerei ma anche per costruire le centrali nucleari. E sarebbe anche il Paese europeo ad avere più litio in assoluto.

Secondo le stime di Kiev, il 5% di alcuni minerali di strategica importanza si concentrerebbe proprio nel Paese. Ma tre anni di guerra hanno cambiato tutto. Due depositi di litio, ad esempio, sono finiti sotto il controllo russo, a Zaporizhzhia e nel Donetsk: secondo la ministra dello Sviluppo economico ucraina, Yulia Svyrydenko, risorse per 350 miliardi di dollari si trovano in questo momento nei territori occupati. Senza contare che il resto del Paese è martoriato dai bombardamenti.

Perché Trump vuole mettere le mani sulle "terre rare" ucraine

Anche la questione delle mine inesplose potrebbe essere un problema non da poco: la BBC riporta che circa un quarto del territorio ucraino potrebbe essere contaminato dalle mine, soprattutto nella parte orientale del Paese.

Insomma, non è semplice quantificare l'entità del patrimonio naturale ucraino, per quanto riguarda le risorse minerarie. Così come è difficile fare previsioni sui profitti legati allo sfruttamento di queste risorse. In questi termini, l'accordo potrebbe anche sembrare una scommessa troppo azzardata per la parte statunitense. Trump potrebbe comunque aver messo gli occhi sulle ricchezze minerarie in una prospettiva più ampia: alcune risorse sono infatti al centro della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Parliamo dei minerali necessari per la produzione di chip – di cui Joe Biden ha bloccato alcune esportazioni verso Pechino proprio in uno dei suoi ultimi atti da presidente – e di altre tecnologie.

Tanti punti rimangono poco chiari, bisognerà attendere il bilaterale tra Trump e Zelensky per capirci di più.

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