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Corte Suprema: sospende la legge anti-discriminazione voluta da M.L. King

La Corte Suprema ha annullato la section 4 secondo la quale 9 stati statunitensi e diverse contee, quasi tutte nel sud del paese, dovevano ricevere il via libera della Corte Costituzionale per cambiare le leggi sul voto nei singoli stati.
A cura di Laura Murino
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La Corte Suprema statunitense ha stabilito che parte del “Voting Rights Act” è anticostituzionale. Con 5 voti a favore e 4 voti contrari ha quindi deciso di abolire, per il momento, la Section 4. La norma è stata scritta nel 1965 per proteggere i diritti delle minoranze durante il periodo delle lotte per i diritti civili. La spiegazione dei giudici su tale decisione è dovuta al fatto che la legge, rinnovata dal Congresso nel 2006, era basata su dati ormai obsoleti, che registravano una realtà di segregazione e oppressione verso alcune minoranze. Da quei lontani anni ’60 la società americana si è evoluta, soprattutto dal punto di vista razziale e quindi non ci sono più le basi per ritenere valida quella norma. John Roberts, membro della Corte Suprema ha scritto nel testo della decisione "Il nostro Paese è cambiato e sebbene la discriminazione razziale nel voto è eccessiva, il Congresso deve assicurare che la legislazione approvata per risolvere quel problema, affronti le situazioni attuali". Finché il Congresso non troverà nuovi metodi che aiutino a determinare quali stati e giurisdizioni debbano rientrare sotto un controllo più rigido da parte dello Stato, la norma sarà quindi invalidata. Gli stati americani che erano interessati dalla Sezione 5 erano 9, il Texas, l’Arizona, la Louisiana, il Mississippi, Alabama, Georgia, South Carolina, la Virginia e diverse contee soprattutto degli stati del sud.

Il Voting Rights Act ha permesso ai cittadini americani neri di votare, partecipando in tal modo alle elezioni negli Stati Uniti. Colui che volle e che promosse questa legge fu Martin Luthr King. Con la sezione 4 si decidevano quali stati dovevano ottenere un permesso speciale dalla Corte Costituzionale per cambiare le leggi relative alle modalità di voto dei vari stati. In tal modo diventa inutile anche la sezione 5, a meno che non si decidano gli stati che devono chiedere il via libera in caso di cambiamenti della legge di voto. Il Voting Rights Act aveva resistito più volte a sfide costituzionali riguardanti la sua legittimità, la prima volta fu nel 1970 e a seguire nel 1975, nel 1982 e l’ultima nel 2006. Il democratico John Lewis, un membro della Camera dei Rappresentanti, ha dichiarato alla ABC News che “Quello che la Corte Suprema ha fatto è stato mettere un pugnale nel cuore del Voting Rights Act”. Lewis è uno dei grandi attivisti statunitensi per i diritti civili. Ha fatto parte dei Freedom Riders osando sfidare i poteri e la segregazione del sud del paese là dove non venivano applicate le decisioni della Corte Suprema.

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