Corte d’appello inglese dichiara illegale il “piano Ruanda” per deportare i richiedenti asilo in Africa
La Corte d'appello inglese ha dichiarato illegale il "piano Ruanda" voluto dal governo di Londra nell'ambito di una stretta sull'immigrazione e le richieste d'asilo. Il contestatissimo piano governativo prevedeva vere e proprie deportazioni dei migranti arrivati in Inghilterra in Africa per la "decentralizzazione" delle richieste d'asilo.
Il primo a proporre la deportazione di una quota di migranti come deterrente per l'immigrazione fu Boris Johnson, ma il progetto non fu mai messo in atto grazie a una serie di ricorsi in sede legale di organizzazioni umanitarie e all'intervento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che nel giugno del 2022 bloccò la partenza di un aereo che avrebbe dovuto trasportare centinaia di richiedenti asilo in Ruanda.
Adesso, i giudici hanno stabilito che il Ruanda non può essere considerato un "Paese terzo sicuro", perché le carenze nel sistema di asilo nel Paese sono tali che molte delle persone deportate in Ruanda potrebbero essere rimpatriate nel Paese d'origine. Si tratta di un duro colpo per l'esecutivo di Rishi Sunak, premier dal 25 ottobre del 2022 dopo le dimissioni di Liz Truss (a capo del governo solo per 45 giorni) e l'addio di Boris Johnson, travolto dagli scandali riguardanti le feste private durante la pandemia di Covid-19.
Il premier Rishi Sunak annuncia il ricorso
Sunak ha annunciato di voler fare ricorso presso la Corte Suprema del Regno Unito, dichiarandosi "sostanzialmente contrario" alla decisione della Corte d'appello che oggi ha dichiarato illegale il piano per il trasferimento di quote di richiedenti asilo in Ruanda a scopo dissuasivo contro gli sbarchi dei migranti. Secondo il governo e il ministro dell'Interno Suella Braverman, il programma è importante per "bloccare il traffico di esseri umani" e "salvare vite umane nel pericoloso viaggio per raggiungere l'Inghilterra".