Corsa contro il tempo per evitare una catastrofe ambientale: per l’Onu è una “bomba a orologeria”
"Anche grazie al contributo italiano, sono iniziate le operazioni di trasferimento del petrolio dalla nave Fso Safer, ancorata per anni al largo delle coste dello Yemen": è quanto qualche giorno fa ha fatto sapere la Farnesina spiegando che l'Italia è in prima linea in questo progetto delle Nazioni Unite che scongiura una catastrofe ambientale nel Mar Rosso.
Parliamo di una petroliera ormeggiata e abbandonata in mare nel 2015 a causa della guerra. È nel mar Rosso, a pochi chilometri dalla costa dello Yemen, e la complessa operazione per rimuovere 1,1 milioni di barili di petrolio dalla nave è iniziata dopo mesi di trattative.
La petroliera, lunga oltre 300 metri, è parzialmente corrosa dall’acqua marina, ci sono rischi di esplosioni, incendi e affondamenti.
"Le Nazioni Unite hanno avviato un’operazione per disinnescare quella che potrebbe essere la più grande bomba a orologeria del mondo", ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
L’operazione servirà quindi a evitare un potenziale disastro ambientale. Uno studio nel 2021 aveva ipotizzato le conseguenze del possibile versamento in mare del petrolio contenuto nella nave: nel giro di tre settimane il petrolio potrebbe diffondersi in tutto il golfo rendendolo inagibile. La nave si trova nel mezzo di una serie di riserve naturali ed ecosistemi preziosi per la loro biodiversità: le isole Farasan, le isole Dahlak e il parco nazionale Asir, sulla costa dell’Arabia Saudita.
Se il greggio dovesse rovesciarsi in mare devasterebbe l'ecosistema marino. E potrebbe dover comportare la chiusura di porti cruciali per trasportare aiuti umanitari in Yemen.
L’operazione appena iniziata è il risultato di un accordo raggiunto nel 2022 dopo lunghe e delicate operazioni diplomatiche tra gli Houthi e le Nazioni Unite, che ha acquistato la nave cisterna con cui verrà svolto lo svuotamento della FSO Safer.
L’operazione prevede che la FSO Safer venga affiancata dalla nave cisterna Nautica e che i serbatoi delle due navi siano collegati da grosse pompe con le quale verrà trasferito il petrolio. La Nautica sarà trasferita poi in un punto in cui verrà legata a una boa rinforzata e ancorata al fondo del mare, per rimanere lì come la FSO Safer, con funzione di unità di stoccaggio di petrolio galleggiante.
Si stima che l’operazione costerà l’equivalente di quasi 130 milioni di euro.