Corpi di bimbi sulla spiaggia libica: l’immagine simbolo dell’orrore dei migranti del Mediterraneo
"Sono ancora sotto shock per l'orrore di queste immagini, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e voglia di vivere abbandonati per più di tre giorni su una spiaggia di Zuwara, in Libia. E a nessuno importa di loro", è la denuncia lanciata dal fondatore della Ong Open Arms, Oscar Camps, pubblicando sui social alcune drammatiche foto dei corpi senza vita di bimbi e donne in una spiaggia del Paese nordafricano senza nemmeno una degna sepoltura. Non si sa chi siano, nessuno li ha reclamati ma probabilmente sono le ennesime vittime di un naufragio di un barcone di migranti al largo della Libia che l mare a ha riportato a riva diventando un'immagine simbolo dell'orrore dei migranti del Mediterraneo.
Anche secondo la giornalista Nancy Porsia, esperta di nordafrica e Libia, i corpi sarebbero stati restituiti dal mare dopo un naufragio di un barcone di migranti ma sarebbero rimasti sulla spiaggia solo un giorno, sabato scorso, quando è stata segnalata la loro presenza. "Non sono stati lasciati lì per tre giorni. Questo è un malinteso. Il mio contatto li ha trovati a terra sabato scorso, ha immediatamente informato la direzione della sicurezza locale e nello stesso giorno il personale militare ha recuperato i cadaveri e li ha seppelliti nel cimitero di Abu Qamash", a ovest di Zuwara, ha spiegato Porsia che in precedenza aveva rilanciando quelle immagini drammatiche su twitter scrivendo: "Nelle ultime due settimane circa venti barconi di migranti sono stati sono stati messi in acqua da Zuwara , nell'ovest del a Libia… Alcuni cadaveri iniziano a riaffiorare sulla riva. Un uomo sabato ha trovato questi corpi, bambini. Un massacro".
"I governi europei, e anche molta informazione, dicono spesso che queste persone “sono morte”. In realtà, sono state “fatte morire”. Non si tratta di “incidenti” o di “disgrazie” imprevedibili. L’Europa ne dovrà rispondere. Perché queste tragedie si ripetono sotto lo sguardo delle autorità nel Mediterraneo" ha denunciato a La Stampa Oscar Camps, aggiungendo: "Queste persone non sono state “fatte morire” solo dai trafficanti, ma da quei governi che con la mafia libica hanno negoziato. Così hanno legittimato le organizzazioni criminali, in cambio di qualche barile di petrolio in più e di qualche migrante in meno. Senza chiedere in cambio neanche il minimo rispetto dei diritti umani fondamentali nei campi di prigionia. E ora i clan mafiosi libici alzano di nuovo il prezzo e ricattano i nostri governi".